Ancora una volta ci proviamo.. Questa volta bussiamo alle porte della Banca Centrale Europea grazie alla collaborazione dell'Onorevole Angelo Ciocca, anche nostro socio. Continueremo a chiedere interventi fino a quando non raggiungeremo il nostro obiettivo. Abbiamo ragione, lo stiamo dimostrando, ma come al solito, in Italia, siamo sempre più indietro degli altri Paesi Europei... noi non demordiamo. Uniti e avanti sempre!
Qui di seguito il testo dell'interrogazione scritta presenta l'08.11.2018 alla BCE:
Tra il 1993 e il 2011 l’istituto bancario Barclays (ex Woolwich) ha consigliato la stipula di mutui in euro indicizzati al Franco Svizzero, assicurando tassi d’interesse più bassi e proponendo il prodotto come sicuro, in quanto indicizzato sul LiborCHF, maggiormente stabile rispetto all’Euribor.
Una clausola prevede, per l’estinzione anticipata, che il residuo in euro venga convertito in franchi svizzeri al tasso di cambio della stipula del mutuo e riconvertito in euro al tasso di cambio dell’estinzione.
Il conseguente apprezzamento del franco svizzero sull’euro del 2015 ha portato il debito delle 10.000 famiglie italiane ad una quota insostenibile.
Considerando il provvedimento CV159 dell’Antitrust che ha deliberato vessatorie alcune clausole dei contratti di cui sopra;
Considerando altresì le sentenze della CGUE che hanno sancito la natura vessatoria del contratto in valuta svizzera: v.ex plurimis, CGUE, 20 settembre 2017, causaC-186/16, Ruxandra;CGUE, 26-01-2017, n. 421/14, Banco PrimusSA; CGUE, 23-04-2015, n. 96/14, V. H. c. CNP Assurances SA; CGUE, Sentenza 30 aprile 2014, C-26/13, Kásler, in Contratti, 2014, 853 (m), nt. Pagliantini);
Può la Banca Centrale Europea riferire, in qualità di organo vigilante del sistema bancario europeo, con quali modalità intenda intervenire per garantire la protezione dei consumatori ed il rispetto della conformità normativa dell’UE?
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