Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento
di Andrea Galliano
Fino al 2009 più di 10mila persone hanno scelto il prodotto della banca inglese Barclays e si sono trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Ora la Commissione parlamentare delle banche si occupa della questione
Sembrava un mutuo sulla prima casa come tanti. Anzi, a sentire i sottoscrittori, in Italia veniva venduto come "senza rischi, vantaggioso e soggetto a un minor tasso di interesse". Ma aveva una particolarità non di immediata comprensione: era indicizzato al franco svizzero. Scelto da più di 10mila persone, ha fatto sì che molti si siano trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Franca Berno, presidente dell'associazione Tutela consumatori finanziari (Tuconfin), durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha raccontato la vicenda del prodotto venduto dalla banca inglese Barclays fino al 2009.
L'audizione
"Con la commissione abbiamo deciso di approfondire il tema perché si tratta dei risparmi di una vita di moltissime famiglie. Che sono rimaste soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario di fatto inestinguibile e dal quale non riescono più a uscire", ha precisato Berno. Secondo quanto emerso in commissione, è stata la scarsa trasparenza e la poca chiarezza del contratto a far indebitare i contraenti che si trovano oggi a pagare rate maggiorate anche del 50%.Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare, ha evidenziato che "a titolo esplicativo, la dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti dal mutuo". Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta. "La commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo a indagare con estrema attenzione su quanto accaduto", ha aggiunto la Ruocco.
Il meccanismo del mutuo
Il mutuo veniva pubblicizzato in euro, ma era indicizzato al Libor e al cambio franco svizzero - euro. Il meccanismo risultava così complesso che, per comprenderlo, è stato necessario "sentire analisti finanziari", ha raccontato l'avvocato Alberto Tedoldi, legale di fiducia dell'associazione Tuconfin, durante l'audizione. Dal1993 la banca Woolwich per tredici anni aveva venduto più di 6mila mutui e poi la Barclays, che ha acquisito l'altro istituto bancario inglese, ne ha fatti sottoscrivere altri 3 mila, grazie a una massiccia campagna pubblicitaria. Il prodotto veniva venduto quando il tasso di cambio era ai massimi storici e con una soglia di sicurezza fissata a 1,2. Limite che poi è saltato nel 2015 facendo schizzare il valore del franco svizzero e anche l'ammontare delle rate da pagare. Scoperta che avveniva in caso di surroga o estinzione del mutuo. Con la banca che arrivava a chiedere la rivalutazione monetaria. La stessa Berno ha ricordato che lei ha dovuto pagare 28mila euro in più rispetto agli 80mila richiesti. E precisa che il prodotto finanziario non è "mai stato qualificato come mutuo in valuta estera" e che "i tassi di cambio erano perfino superiori a quello storico: anche se il muto fosse stato estinto il giorno stesso della sottoscrizione ci sarebbe stata una perdita".
Sembrava un mutuo sulla prima casa come tanti. Anzi, a sentire i sottoscrittori, in Italia veniva venduto come "senza rischi, vantaggioso e soggetto a un minor tasso di interesse". Ma aveva una particolarità non di immediata comprensione: era indicizzato al franco svizzero. Scelto da più di 10mila persone, ha fatto sì che molti si siano trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Franca Berno, presidente dell'associazione Tutela consumatori finanziari (Tuconfin), durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha raccontato la vicenda del prodotto venduto dalla banca inglese Barclays fino al 2009.
L'audizione
"Con la commissione abbiamo deciso di approfondire il tema perché si tratta dei risparmi di una vita di moltissime famiglie. Che sono rimaste soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario di fatto inestinguibile e dal quale non riescono più a uscire", ha precisato Berno. Secondo quanto emerso in commissione, è stata la scarsa trasparenza e la poca chiarezza del contratto a far indebitare i contraenti che si trovano oggi a pagare rate maggiorate anche del 50%.Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare, ha evidenziato che "a titolo esplicativo, la dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti dal mutuo". Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta. "La commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo a indagare con estrema attenzione su quanto accaduto", ha aggiunto la Ruocco.
Il meccanismo del mutuo
Il mutuo veniva pubblicizzato in euro, ma era indicizzato al Libor e al cambio franco svizzero - euro. Il meccanismo risultava così complesso che, per comprenderlo, è stato necessario "sentire analisti finanziari", ha raccontato l'avvocato Alberto Tedoldi, legale di fiducia dell'associazione Tuconfin, durante l'audizione. Dal1993 la banca Woolwich per tredici anni aveva venduto più di 6mila mutui e poi la Barclays, che ha acquisito l'altro istituto bancario inglese, ne ha fatti sottoscrivere altri 3 mila, grazie a una massiccia campagna pubblicitaria. Il prodotto veniva venduto quando il tasso di cambio era ai massimi storici e con una soglia di sicurezza fissata a 1,2. Limite che poi è saltato nel 2015 facendo schizzare il valore del franco svizzero e anche l'ammontare delle rate da pagare. Scoperta che avveniva in caso di surroga o estinzione del mutuo. Con la banca che arrivava a chiedere la rivalutazione monetaria. La stessa Berno ha ricordato che lei ha dovuto pagare 28mila euro in più rispetto agli 80mila richiesti. E precisa che il prodotto finanziario non è "mai stato qualificato come mutuo in valuta estera" e che "i tassi di cambio erano perfino superiori a quello storico: anche se il muto fosse stato estinto il giorno stesso della sottoscrizione ci sarebbe stata una perdita".
I ricorsi
I sottoscrittori che non riuscivano più a pagare si sono visti espropriare la prima casa e venire segnalati alle centrali rischi come cattivi pagatori. Da qui i ricorsi. "Ce ne sono stati molti, tutti a favore dei consumatori. A partire da quelli davanti all'Arbitro bancario finanziario (Abf)", racconta Berno durante l'audizione. Ma le decisioni dell'ente non sono vincolanti e sono state disattese dalla Barclays. Il 31 agosto 2021 si è pronunciata anche la Cassazione, dichiarando nulle le clausole perché non chiare e rinviando il processo in appello. L'avvocato Tedoldi ha sottolineato che "la banca ha fatto transazioni per evitare precedenti negativi". L'istituto bancario, finora, ha preferito fare accordi individuali con i sottoscrittori.
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