IlSole24Ore – PLUS: Mutui in franchi svizzeri: Barclays, una partita ancora aperta

Noi di TuConFin seguiamo da anni la vicenda dei mutui indicizzati al franco svizzero concessi da Barclays, una situazione che ha gettato migliaia di famiglie italiane in una spirale di debiti inaspettati. La banca, che ha cessato le sue operazioni in Italia nel 2016, ha lasciato dietro di sé un’eredità pesante: mutuatari che, nonostante abbiano versato regolarmente le rate, si ritrovano - nei casi peggiori - anche con un debito residuo ben superiore all’importo inizialmente ricevuto.

Dal 2012 abbiamo visto tribunali esprimersi in modi diversi sulla questione. Se da un lato la Cassazione e il Consiglio di Stato hanno riconosciuto la validità dei contratti stipulati con Barclays, dall’altro molti tribunali di merito hanno dato ragione ai mutuatari, riconoscendo che la mancanza di trasparenza sulle conseguenze del tasso di cambio ha avuto un impatto devastante sulle loro finanze.

Le “proposte” di Barclays: una soluzione o una trappola?

Negli ultimi anni, Barclays ha iniziato a inviare ai mutuatari delle “proposte commerciali” che, a prima vista, sembrano offrire una soluzione. Ma la realtà è ben diversa. Queste proposte non prevedono alcuno sconto sul debito e, soprattutto, chi le accetta si impegna a rinunciare a qualsiasi azione legale contro la banca, passata, presente o futura.

Ma non finisce qui: Barclays rifiuta anche di applicare la clausola sulla conversione del mutuo, prevista nei contratti originali, a meno che il mutuatario non accetti la sua nuova versione, praticamente identica ma vincolata alla rinuncia a fare causa.

Si tratta di una strategia studiata per proteggere la banca, non per aiutare i mutuatari. E il risultato è che molte persone, disperate e senza alternative, si vedono costrette ad accettare queste condizioni pur di trovare un minimo di stabilità finanziaria.

Surroga: una via chiusa per i mutuatari Barclays

Un altro ostacolo enorme per chi ha un mutuo Barclays è l’impossibilità di surrogare il proprio finanziamento presso un’altra banca. Perché? Perché la componente aleatoria legata al franco svizzero rende impossibile stabilire con precisione l’importo residuo del debito. Di conseguenza, nessuna banca è disposta a farsi carico di un mutuo che potrebbe continuare a lievitare nel tempo.

Il risultato? Migliaia di famiglie intrappolate in un debito senza via d’uscita, spesso con un residuo da restituire pari o addirittura superiore alla cifra inizialmente richiesta.

L’avvocato Rossi ha ragione, ma la giustizia è lenta… e Barclays lo sa

L’avvocato Marco Rossi ha sottolineato che trovare un accordo con la banca sarebbe la soluzione migliore, perché la giustizia italiana è troppo lenta e spesso inefficace. E ha ragione. Ma è proprio su questo punto che Barclays gioca la sua partita: aspetta, temporeggia e intanto continua a proporre soluzioni che non risolvono nulla, ma che la mettono al riparo da future cause.

Dal 2016 la banca continua a inviare ai mutuatari le famose “proposte”, senza ridurre nemmeno di un euro il capitale dovuto, ma eliminando ogni possibilità di contestazione. E nel frattempo, chi prova a chiedere l’applicazione della clausola di conversione prevista nel contratto si sente rispondere che non è possibile… a meno che non accetti il nuovo documento che, di fatto, obbliga a rinunciare a qualsiasi pretesa.

A supporto della nostra battaglia, riportiamo anche la dichiarazione dell’Avvocato Duilio Manella, che ha ottenuto una vittoria in primo grado contro Barclays con la sentenza 3710/2016 del Tribunale di Pescara:

“Non concordo con il collega che dice che sarebbe ora di accedere ad una strada negoziale. Confido invece molto nella Corte di Giustizia Europea per tutti i principi noti che a me sembrano veramente tombali per l’illegittimità dei mutui Barclays. Un’altra verità, chiara, è che senza TuConFin Barclays avrebbe già stravinto definitivamente.”

Parole che rafforzano la nostra convinzione: se tutto fosse stato davvero chiaro, come alcuni giudici sostengono, le cause sarebbero già concluse da tempo, nel bene o nel male. E invece, dopo anni di battaglie, ci troviamo ancora a lottare contro l’ingiustizia di questi contratti, contro un sistema che sembra voler guadagnare tempo sulle spalle dei mutuatari.

È una trappola.

E come se non bastasse, la maggior parte delle banche rifiuta di accettare una surroga su questi mutui, lasciando i mutuatari senza alcuna possibilità di uscita.

La Corte di Giustizia Europea: un possibile spiraglio per i mutuatari

Un elemento chiave di questa battaglia è il ruolo della Corte di Giustizia Europea (CGUE), che negli anni ha espresso più volte principi fondamentali a tutela dei consumatori nei casi di mutui in valuta estera. La CGUE ha ribadito che i contratti bancari devono rispettare il principio di trasparenza, il che significa che le banche devono fornire ai clienti informazioni chiare, comprensibili e complete sulle conseguenze economiche e finanziarie del mutuo.

Questo è esattamente il punto critico dei mutui Barclays: molti mutuatari hanno firmato senza essere pienamente consapevoli dei rischi legati alla variazione del cambio euro-franco svizzero, perché la banca non ha fornito spiegazioni adeguate.

La giurisprudenza europea si è già espressa in favore dei consumatori in situazioni simili, e questa potrebbe essere una chiave importante anche per le cause in Italia. Tuttavia, la resistenza delle banche e la lentezza del sistema giudiziario nazionale rendono difficile far valere questi principi rapidamente.

Noi di TuConFin non ci arrendiamo

Abbiamo cercato di coinvolgere anche lo Stato, ma alla fine sembra che ci sia convenienza (forse) a far finta di nulla.

Noi, però, crediamo ancora nella Giustizia (anche quella Assoluta). Sappiamo che sempre più persone sono disperate, e proprio per questo sono sempre più combattive. Questa battaglia non è ancora chiusa e, come dimostra la recente sentenza, nulla è perduto.

Continueremo a lottare, a cercare soluzioni e a supportare tutti i mutuatari coinvolti in questa vicenda. Barclays può cercare di prendere tempo, ma noi non molleremo.

Infine, vogliamo ringraziare il giornale "Plus24ore" per averci dedicato ancora una volta spazio e attenzione su un tema così delicato e importante per migliaia di famiglie. La visibilità mediatica è fondamentale per continuare questa battaglia di giustizia.