La Voce di New York: Giustizia lenta? Prendi i soldi e scappa

Stefano VACCARA, de La Voce di New York, ha dato risalto anche oltreoceano all’Associazione TUCONFIN e alla questione dei Mutui in EURO indicizzati al Franco Svizzero.

Il nostro Urlo nel Silenzio comincia a sentirsi sempre piu’ forte.

Ancora grazie e grazie a Stefano VACCARA.

Slow Justice? Take the Money and Run

Qui la versione in Italiano:

Giustizia lenta? Prendi i soldi e scappa

Onorevole Casson: Interpellanza al Senato, ecco la risposta

Risposta del Senato della Repubblica da parte della Commissione 6° Finanze e Tesoro all’interpellanza presentata dal Senatore Felice Casson.
Ringraziamo il Senatore Casson e gli altri firmatari (On. Fornaro, Ricchiuti e Turano) che ci ha condotto fin qui con il loro accorato interessamento al nostro grave problema.
Ora il Governo non può più dire di non esserne a conoscenza.

Senato della Repubblica 

FINANZE E TESORO    (6ª)

MARTEDÌ 26 LUGLIO 2016

Presidenza del Presidente Mauro Maria MARINO

 

Interviene il vice ministro dell'economia e delle finanze Casero.

La seduta inizia alle ore 15,40.

 PROCEDURE INFORMATIVE

 Interrogazioni 

Il presidente Mauro Maria MARINO introduce lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno e dà la parola al rappresentante del Governo per la risposta all'interrogazione n. 3-02952.

Il vice ministro CASERO riferisce che nel corso di accertamenti ispettivi condotti dalla Banca d'Italia nel 2012 presso la succursale italiana della banca  Barclays era emersa, tra l’altro, la scarsa comprensibilità per la clientela della formula contrattuale di indicizzazione relativa al prodotto commercializzato dall’intermediario. In esito a tali accertamenti sono state irrogate sanzioni amministrative nei confronti del direttore generale e del chief executive office delladivisione retail e business banking in carica all’epoca dei fatti, anche per l’inosservanza della normativa di trasparenza.

I mutui oggetto dell'interrogazione sono stati collocati dalla Barclays fino al 2011. La banca, per migliorare la chiarezza delle informazioni relative ai contratti ancora in corso (circa 5000 rapporti), ha inviato alla clientela - nel corso del 2013 - una comunicazione esplicativa delle caratteristiche e dei meccanismi di funzionamento del mutuo. Secondo quanto riferito dall’intermediario, analoga informativa è stata inoltrata alla clientela titolare di un mutuo indicizzato ai franchi svizzeri, nel corso del 2015, a seguito della decisione della Banca centrale svizzera di abbandonare la politica di difesa del tasso di cambio di 1,20 franchi svizzeri per euro. Più di recente la banca ha rappresentato di avere proposto ai mutuatari alcune soluzioni volte a contenere gli effetti negativi derivanti dall’applicazione, nell’attuale contesto valutario, del meccanismo di indicizzazione dei mutui in questione.

La tematica dei mutui indicizzati al franco svizzero è stata portata all’attenzione anche dell’Arbitro Bancario Finanziario, che dall’ottobre del 2009 al 31 dicembre 2015 ha adottato 34 decisioni relativamente ai mutui Barclays; in 6 casi l’intermediario è stato inadempiente. Conformemente a quanto previsto dalla relativa disciplina, le decisioni a cui l’intermediario non ha dato seguito sono state pubblicate sul sito internet dell’Arbitro Bancario Finanziario.

Con il decreto legislativo n. 72 del 21 aprile 2016, di attuazione della direttiva 2014/17/UE in materia di credito ipotecario, sono state peraltro introdotte nel nostro ordinamento specifiche previsioni volte a rafforzare la tutela dei consumatori sottoscrittori di finanziamenti denominati in valuta estera (articolo 120-quaterdecies del decreto legislativo n. 385 del 1993 - Testo unico bancario).

Il Ministero della giustizia ha comunicato l’assenza di procedimenti penali iscritti per i fatti oggetto di interrogazione presso le procure generali di Torino, Milano e Roma.

La senatrice RICCHIUTI (PD), intervenendo in replica, dichiara la propria insoddisfazione per la risposta fornita dal rappresentante del Governo, la quale non contempla alcuna indicazione in ordine a possibili soluzioni alla difficile situazione in cui si trovano i soggetti che hanno sottoscritto il contratto di mutuo oggetto dell'interrogazione.

 La seduta termina alle ore 16,25.

Da Il Giornale di Vicenza: Duemila vicentini vessati dal cambio in franchi svizzeri

Da Il Giornale di Vicenza del 24.07.2016  per denunciare anche da Vicenza, sede dell'associazione TUCONFIN, il danno che è stato perpetrato a più di duemila famiglie vicentine.

I clienti di Barclays hanno firmato, fino al 2011, un mutuo in Euro indicizzato al Franco Svizzero credendo  fosse un regolare mutuo senza particolari rischi finanziari.

In realtà, obbliga il mutuatario a restare incatenato a vita alla banca. Il contratto, mancando di trasparenza ed impedendo al sottoscrittore di comprendere l'elevato rischio cui sarebbe andato incontro, ha permesso alla BARCLAYS di vendere un prodotto in Franchi Svizzeri celandolo dietro un contratto in euro e fissando, sin dall'origine, i tassi di cambio a proprio favore non consentendo così al cliente di estinguere il mutuo in anticipo senza dover pagare somme di cambio elevate...

Ringraziamo Ivano TOLETTINI che spiega molto bene la dinamica della questione e sottolinea il gran lavoro che sta portando avanti TUCONFIN, la più importante associazione italiana specializzata nel problema del mutuo Barclays in Euro indicizzato al Franco Svizzero.

 

Clicca qui per leggere l'articolo.

 

LaGabbiaOpen: Cavoli amari se hai firmato il Mutuo in Franchi Svizzeri

Ancora testimonianze che arrivano dai media, ancora le attenzioni de "La Gabbia Open" di La7, a denunciare le difficoltà di persone che hanno sottoscritto un mutuo in euro indicizzato al Franco Svizzero con Barclays Bank Plc.

...

On. Zanonato: Interrogazione parlamentare europea

Interrogazione con richiesta di risposta scritta presentata dall’On. ZANONATO, su nostra richiesta, alla Commissione del Parlamento Europeo.

Ringraziamo l’On. Flavio ZANONATO del Partito Democratico che si è adoperato per la nostra causa.

 

Interrogazioni parlamentari
11 luglio 2016
E-005632-16
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento
Flavio Zanonato (S&D)

 

 Oggetto:  Mutui fondiari indicizzati al franco svizzero
 Risposta(e) 

La Barclays Bank PLC ha stipulato, tra il 2007 e il 2010, 9 900 mutui fondiari indicizzati al franco svizzero, omettendo di comunicare ai contraenti che il rischio di tali mutui era legato fortemente all'andamento delle valute.

Nella sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea C-26/13 si chiarisce che l'articolo 4, paragrafo 2, della direttiva 93/13/CEE va interpretato nel senso che una clausola contrattuale deve essere redatta in modo chiaro e comprensibile di modo che il consumatore sia posto in grado di valutare, sul fondamento di criteri precisi e intelligibili, le conseguenze economiche che gliene derivano.

Nell'esaminare la fattispecie con riferimento alla direttiva 2004/39/CE, i giudici nazionali in diversi Stati membri hanno espresso sentenze favorevoli ai mutuatari, e mediatori, autorità e arbitri bancari finanziari in alcuni Stati hanno condannato l'intermediario sopracitato a risarcire le somme relative ai conteggi di estinzione errati.

Alla luce di quanto sopra, quali iniziative intende la Commissione adottare per assicurare un'applicazione omogenea delle direttive citate, così da garantire che ai contraenti siano assicurati diritti uniformi e dunque applicabili in tutto il territorio dell'Unione?

L’Attacco: Da Vicenza, TUCONFIN, accende la warming su chi sottoscrive un mutuo presso la Barclays

Il punto di forza della nostra Associazione TUCONFIN deve essere principalmente il tam-tam mediatico. E’ essenziale che i riflettori vengano puntati su di noi e sul nostro problema: il Mutuo in Euro indicizzato al Franco Svizzero erogato da BARCLAYS BANK PLC.

Fino ad oggi il problema è emerso soprattutto al nord, ma e’ necessario che tutti gli oltre 10.000 mutuatari vengano a conoscenza del perverso meccanismo che contiene il mutuo da loro firmato.

Grazie alla testata giornalistica L’Attacco,  il problema comincia ad essere evidenziato anche al Sud, precisamente dalla Puglia. Viene dedicata un’ intera pagina del quotidiano e viene racconta tutta la nostra storia.

Ringraziamo la redazione e il giornalista Beniamino PASCALE per aver dedicato la sua attenzione e lo spazio sul giornale per dare visibilità a questo GRAVISSIMO  problema che affligge quasi 10.000 famiglie italiane.

https://www.facebook.com/redazione.lattacco/photos/a.317472425112254.1073741829.316341848558645/551603135032514/?type=3&theater

 

 

Asufin: La storia di due attiviste italiane

Asufin: La storia di due attiviste italiane (Versione Spagnola)

https://asufin.com/2016/06/lucha-gigantes-historia-2-activistas-italianas/

Ecco cosa intendiamo con Uniti e Avanti Sempre!

L’associazione ASUFIN spagnola parla della storia delle cofondatrici di Tuconfin e sottolinea che il problema non è solo spagnolo non e’ solo italiano è europeo.

Questa associazione capitanata da Patricia Suarez per il mutuo indicizzato in franchi svizzeri ha vinto! In Spagna i mutuatari si sono visti annullare la clausola di rivalutazione, e si comincia a pensare di creare una associazione europea!

Qui l'articolo

FX LOANS: fight titans story of 2 italian activists

FX LOANS: fight titans story of 2 italian activists (Versione in inglese)

http://www.fxloans.org/fight-titans-story-of-2-italian-activists/

E anche FX LOANS Associazione Europea per i diritti dei consumatori dedica un articolo a queste due straordinarie donne, Franca Berno e Sheila Meneghetti.

Mutuatarie e attiviste che, hanno creduto e credono fermamente nelle loro ragioni, stanno lottando dal 2011 per dimostrare a tutti che si può ottenere giustizia!

E la loro voce esce così dall’Italia per diffondersi in tutta Europa!

Questo è quello che succede quando si persegue un obiettivo con il desiderio reale di raggiungerlo!

Brexit e mutuo indicizzato in franchi svizzeri, possibili conseguenze

Dal broker montebellunese nella city ai trevigiani col mutuo Barclays indicizzato i timori di chi sente già le prime ripercussioni del referendum sulla propria pelle «Qui sarà un boomerang».

«Per chi ha scelto la Brexit sarà un boomerang terribile». Un leave che cambia la vita. Di chi lavora sul mercato finanziario della City, di chi ha un mutuo indicizzato a valute estere, di chi tenta di scrivere il proprio destino a Londra o in qualche altra città del Regno Unito.

Sono tanti i trevigiani che si sono svegliati con l’esito anti-Ue del voto e hanno pensato: e adesso che succede? Uno di loro è Alberto Bigolin, 39 anni, montebellunese, broker in un trading desk obbligazionario.
Una sentinella delle ripercussioni immediate del referendum. «A pagare le conseguenze sarà soprattutto chi ha votato leave, ovvero la classe media di età superiore ai cinquant’anni.
Nel Regno Unito ci sarà un calo di investimenti da parte delle multinazionali, e questo significherà meno posti di lavoro: a pagarne le conseguenze sarà soprattutto quella fascia di età e di reddito che, secondo le analisi, ha votato compatta per uscire dall’Ue. Per loro sarà un boomerang».

Secondo il broker montebellunese è stata «sbagliata» già la scelta di affidare «una decisione così importante e complessa al popolo. È stata una scommessa elettorale unfair di Cameron sulla pelle degli inglesi». Ripercussioni già visibili? «Io lavoro soprattutto con fondi strutturati che avevano già previsto questa opzione: ci aspettavamo un rally in caso di “remain”, il “leave” non ha colto di sorpresa più di tanto.
Le borse europee invece sono crollate, aspettiamo di vedere come apre Wall Street», ci dice al telefono da Londra mentre qui sono quasi le 15. La differita ha attutito il crollo rispetto le piazze europee: il Dow Jones nelle prime due ore ha ceduto il 2,11%, lo S&P 500 il 2,32%, il Nasdaq il 2,77%. Al di là della volatilità immediata e della picchiata della sterlina già in atto, le conseguenze complessive si vedranno a medio termine. «Per il Regno Unito peggiorerà la bilancia dei pagamenti, essendo un mercato fortemente vocato all’import, e ne risentirà anche il mercato immobiliare: da mesi chi firma contratti inserisce la possibilità di recesso in caso di Brexit.

A medio e lungo termine, non escludo che alcune banche d’affari possano addirittura decidere di spostare il quartier generale europeo da Londra a Francoforte o Parigi, dipende da cosa succederà nei prossimi anni - forse due, forse anche sette o otto - in tema di policy economica e trattati tra Regno Unito e Unione europea». Già a inizio anno Hsbc aveva annunciato il trasferimento di mille dipendenti da Londra a Parigi, in caso vittoria dei sì al referendum, mentre JP Morgan ha ventilato nei giorni scorsi fino a quattromila tagli. Morgan Stanley avrebbe addirittura già iniziato il trasloco di duemila persone, secondo una notizia della Bbc poi smentita dalla società. Delle conseguenze per le imprese trevigiane raccontiamo nell’articolo qui a fianco.

E per chi vive nel Regno Unito, o ci vorrebbe provare? «Per chi è radicato e ha un lavoro stabile non vedo grosse novità o problemi all’orizzonte», dice ancora Bigolin, «diverso invece il discorso per le migliaia di stranieri, italiani compresi, che tentano la fortuna a Londra. Faccio l’esempio di mio fratello: è venuto qui a cercare lavoro, è rimasto due settimane in ostello, poi ha trovato un impiego in un grosso studio di architettura. Se cambieranno le regole una storia così potrebbe diventare impossibile, resta da capire quanto decideranno di essere strict sul tema dell’immigrazione».

brexitMa per rischiare di vedersi sulla pelle le cicatrici della Brexit non serve vivere nella city o esportare prodotti oltremanica. C’è anche un gruppo - purtroppo per loro - corposo di trevigiani che sono con il fiato sospeso per il terremoto valutario che si è scatenato nelle ultime ore: sono i clienti della banca londinese Barclays che hanno sottoscritto un mutuo indicizzato al franco svizzero.

Questione delicata, sulla quale sono in piedi cause legali e interrogazioni parlamentari. «Siamo con il fiato sospeso, temiamo una mazzata» dice Sheila Meneghetti, portavoce del gruppo di clienti Barclays che hanno sottoscritto questo tipo di mutuo indicizzato, e creatrice dell’associazione Tuconfin, Tutela Consumatori Finanziari, «abbiamo comprato la prima casa, ora dobbiamo comportarci da broker senza averne le capacità».

Il cuore della questione - anche legale - è che i clienti sostengono di non essere stati informati sul fatto che il mutuo proposto dalla banca inglese fosse legato alle oscillazioni del franco svizzero. Ora la Brexit rischia di rappresentare una ulteriore mazzata: la moneta elvetica, considerata un “bene rifugio”, ha visto impennare il proprio valore dopo l’esito del referendum, arrivando a sfiorare la parità con l’euro (è interventuta pure la Banca centrale svizzera, acquistando valuta straniera, per cercare di arginare questa piena che rischia di affossare le esportazioni elvetiche).

Per i circa cinquemila - si stima - veneti che hanno un mutuo Barclays indicizzato, questo rally del franco svizzero rischia di tradursi in rate salatissime. E da quel mutuo per votare leave si paga, e caro.

Fonte: La fuga dei “londrigiani” di Fabio Poloni, La Tribuna di Treviso.

Casson: modifica l’interpellanza e si aggiungono gli On. Fornaro, Ricchiuti e Turano

Senato della Repubblica – 4-05754 – Presentato dal Sen. Casson (PD) ed altri il 23 Giugno 2016.

 Atto n. 3-02952 (in Commissione)

(Già n. 4-05754)

Pubblicato il 23 giugno 2016, nella seduta n. 644

CASSON , FORNARO , RICCHIUTI , TURANO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Atto n. 4-05754

Pubblicato il 10 maggio 2016, nella seduta n. 622
Trasformato

CASSON - Al Ministro dell'economia e delle finanze. –

Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

a partire dagli anni '90 la Barclays Bank Plc ha venduto un mutuo fondiario in euro indicizzato al franco svizzero (9.978 contratti);

la Barclays consigliava alla clientela di stipulare questo mutuo in euro assicurando tassi più bassi, e di conseguenza rate mensili più accessibili rispetto ai prodotti concorrenti sul mercato, grazie al fatto che il tasso di interesse era legato al Libor del franco svizzero (tasso d'interesse di mercato a cui le banche si scambiano prestiti in franchi svizzeri) che era più basso dell'Euribor, omettendo di comunicare che questo differenziale nei tassi aumentava il margine di guadagno dell'istituto bancario scaricando sul cliente il rischio di cambio. Il tasso di cambio comporta infatti sul piano astratto un'uguale alea contrattuale per entrambe le parti, ma, nel concreto del caso specifico, il rischio era solamente per il mutuatario. Va altresì sottolineato che la banca, prima di proporre sul mercato questo prodotto finanziario, aveva studiato i grafici storici dell'andamento euro-franco svizzero, dai quali si evinceva chiaramente che nel periodo di vendita degli stessi il tasso di cambio aveva raggiunto i massimi storici e che quest'ultimo sarebbe sicuramente sceso nel medio-lungo termine, con la conseguenza di un aggravio economico per i mutuatari;

nei contratti stipulati è stata inserita una clausola che prevedeva, in caso di richiesta di estinzione anticipata, che l'importo del capitale residuo andasse prima convertito in franchi svizzeri al tasso di cambio convenzionale fissato nel contratto di mutuo e successivamente riconvertito in euro al cambio rilevato il giorno del rimborso, utilizzando peraltro impropriamente il termine di capitale "restituito";

il procedimento di indicizzazione al franco svizzero seguito dall'intermediario in caso di richiesta di estinzione anticipata del mutuo avviene nel seguente modo: la banca moltiplica il capitale residuo al tasso convenzionale e lo divide per il tasso attuale sottraendo il fondo fruttifero previsto dal mutuo. Tale procedura comporta secondo la banca l'indicizzazione del capitale residuo prima al tasso di cambio vigente al momento della stipula del mutuo e successivamente al tasso di cambio vigente al momento dell'estinzione. Tale operazione, sotto il profilo matematico bancario-finanziario, risulta errata, in quanto, se si volesse convertire una moneta in euro in un'altra in franchi svizzeri, sarebbe necessario moltiplicare la somma in euro al tasso di cambio attuale, mentre, se si volesse convertire una somma in franchi svizzeri in un'altra in euro, si dovrebbe dividere la somma in franchi svizzeri al tasso attuale. Nella fattispecie, la banca cela un prestito in valuta, facendo credere invece un prestito in euro al fine di convincere il mutuatario che non vi è alcun rischio di cambio di valuta e di riportare una somma in euro ad un tasso di cambio attuale tenuto conto di quello della stipula. La banca al momento della vendita di tale finanziamento ben sapeva che il tasso di cambio convenzionale (tasso di cambio al momento della stipula del mutuo, non corrispondente ai tassi del giorno) si trovava nella fase più alta della curva storica del tasso di cambio euro-franco svizzero, e che tale curva (e quindi tale rapporto tra le due monete) sarebbe sicuramente scesa negli anni creando un aggravio per il mutuatario al momento della restituzione di quanto prestato dalla banca. Tale meccanismo non si configura soltanto nel caso dell'estinzione anticipata ma si configura anche nella vita del mutuo stesso in ogni singola rata. In tal modo, come precisato in alcune decisioni dell'arbitro bancario finanziario (ABF), con decisione n. 5874 del 29 luglio 2015, il cliente dovrebbe subire la doppia alea della duplice conversione del capitale residuo, prima in franchi svizzeri al tasso convenzionale e poi in euro al tasso di periodo;

considerato che:

dal 2008, il franco svizzero ha iniziato ad apprezzarsi sull'euro (e nel 2011 la banca ha tolto dal mercato il prodotto senza darne avviso ai mutuatari) e alcune famiglie hanno scoperto di dover restituire a Barclays cifre più elevate rispetto a quelle pattuite, per effetto della clausola di estinzione anticipata. Sembrerebbe, infatti, che fino a quel momento le famiglie non si fossero rese conto del debito che stavano accumulando perché la banca mandava (e invia tuttora) gli estratti e i piani di ammortamento solo in euro, non indicando alcun importo in franchi svizzeri;

il meccanismo di indicizzazione al franco svizzero colpisce ogni singola rata in quanto la stessa è composta essenzialmente dalla quota interessi e dalla quota capitale che soggiace agli effetti del cambio di valuta. Nel gennaio 2015 inoltre la Banca centrale svizzera (Bns) ha abolito il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per un euro e parallelamente ha abbassato di 0,5 punti il tasso d'interesse di riferimento portandolo a meno 0,75 per cento;

nei contratti di cui si tratta, poi, la Barclays ha applicato dei tassi di cambio convenzionali, maggiorandoli già di qualche punto percentuale rispetto a quelli effettivi del giorno, aspetto che ha fatto sì che la banca avesse già una rivalutazione monetaria in suo favore al momento della firma del contratto;

tutto ciò ha causato una gravosa situazione economica per migliaia di famiglie italiane che hanno stipulato contratti di mutuo in euro indicizzato al franco svizzero, nella convinzione di pagare solo rate mensili più accessibili grazie al tasso di interesse più basso rispetto a quello di mercato;

secondo le istruzioni sulla "Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari e correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti", emanate dalla Banca d'Italia il 29 giugno 2009, in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2010, la disciplina sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari persegue l'obiettivo, nel rispetto dell'autonomia negoziale, di rendere noti ai clienti gli elementi essenziali del rapporto contrattuale e le loro variazioni, favorendo in tal modo anche la concorrenza nei mercati bancario e finanziario. In tal senso, i documenti informativi inerenti alle operazioni e ai servizi devono essere redatti secondo criteri che garantiscono correttezza, completezza e comprensibilità delle informazioni, in modo da consentire al cliente di comprendere le caratteristiche ed i costi del servizio, di adottare decisioni ponderate e consapevoli;

considerato che, ad avviso dell'interrogante:

la Barclays non avrebbe rispettato le regole basilari in materia di trasparenza bancaria, tra l'altro impedendo a chi ha sottoscritto questa tipologia di mutuo di estinguerlo in anticipo, viste le cifre spropositate che i mutuatari dovrebbero versare;

la giurisprudenza di legittimità ha ripetutamente affermato (ex plurimis sentenza della Cassazione, Sez. III, 8 agosto 2011, n. 17351) la necessità che le clausole contrattuali e i comportamenti delle parti contraenti siano conformi alle regole di correttezza, trasparenza ed equità e che la violazione dei principi comporta la nullità delle clausole contrattuali che non li rispettano; come è stato affermato anche dalla Banca d'Italia, tramite l'ABF nelle decisioni favorevoli del collegio di coordinamento n. 5855, n. 5856 e n. 5874 del 29 luglio 2015 con le quali viene reso nullo l'articolo relativo all'estinzione anticipata;

il consumatore, infatti, non sempre è un esperto in materia e, a detta dei mutuatari, neppure i funzionari stessi della Barclays erano informati sull'intero contenuto dei mutui. Ai sensi dell'art. 116 del testo unico bancario di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993: "Le banche e gli intermediari finanziari rendono noti in modo chiaro ai clienti i tassi di interesse, i prezzi e le altre condizioni economiche relative alle operazioni e ai servizi offerti, ivi compresi gli interessi di mora e le valute applicate per l'imputazione degli interessi"; maggiormente prima di vendere un prodotto ad "alto rischio" gli intermediari e le banche si devono prodigare nell'informare il cliente secondo le norme per la trasparenza bancaria;

se i mutuatari fossero stati resi a conoscenza del vero meccanismo del mutuo, non avrebbe firmato con un tasso convenzionale maggiorato o avrebbero monitorato la situazione optando per la conversione del mutuo nel momento stesso in cui i tassi di cambio hanno iniziato a scendere, evitando così rivalutazioni monetarie dalle cifre astronomiche. A ulteriore prova che i mutuatari non erano a conoscenza di tale meccanismo è il semplice fatto che le lamentele (cause) sono partire soltanto dopo aver richiesto i conteggi di estinzione e mai prima, in quanto tale rivalutazione incide anche sulle rate mensili del mutuo;

la banca avrebbe, inoltre, assunto un comportamento in violazione anche dell'articolo 120-ter del testo unico, secondo il quale nessuna penale o onere o aggravio può essere applicato in caso di estinzione anticipata o parziale di un mutuo; l'articolo 125-sexies, comma 1, tra l'altro, statuisce che "Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l'importo dovuto al finanziatore";

considerato inoltre che:

con la decisione n. 7727 del 20 novembre 2014, il collegio di coordinamento dell'ABF ha esaminato un caso di estinzione anticipata di un mutuo indicizzato in franchi svizzeri erogato da banca Barclays e, in particolare, la clausola contrattuale che prevedeva il ricalcolo in franchi svizzeri e la successiva riconversione in euro del capitale restituito, anziché di quello residuo. L'ABF ha ritenuto contrario alla buona fede il comportamento dell'intermediario che non poteva non essere consapevole della grave inesattezza contenuta nella formulazione della clausola. Conseguentemente ha condannato l'intermediario a restituire le somme relative ai conteggi di estinzione errati e ha disposto un risarcimento nei confronti del cliente determinato in via equitativa;

con la decisione del 20 maggio 2015 n. 4135, il collegio di coordinamento ha esaminato la legittimità della clausola che prevede la doppia conversione (prima in franchi svizzeri al tasso convenzionale pattuito nel contratto e poi in euro al cambio rilevato il giorno del rimborso); tale clausola esporrebbe il cliente alla doppia alea della duplice conversione del capitale residuo;

il collegio ha rilevato che tale clausola, violando il principio di trasparenza, non indica le operazioni aritmetiche da eseguire per realizzare tale duplice conversione che è stata valutata abusiva e, pertanto, nulla. Conclusivamente ha disposto il ricalcolo delle somme che il cliente è tenuto a restituire in caso di estinzione anticipata;

considerato che in molti casi la Barclays non ha adempiuto alle relative decisioni assunte dal collegio dell'ABF di Roma e alle citate decisioni del collegio di coordinamento;

considerato, infine, che questa su questa tipologia di mutuo esistono già delle sentenze favorevoli al mutuatario anche a livello europeo (Spagna e Corte europea),

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della pendenza di diversi procedimenti giudiziali in corso davanti ai tribunali d'Italia finalizzati ad accertare il comportamento illegittimo della Barclays bank Plc sulla vendita del prodotto mutuo fondiario in euro indicizzato al franco svizzero;

se sia a conoscenza della grave situazione economica in cui versano le molte famiglie italiane coinvolte nel mutuo indicizzato al franco svizzero;

quali iniziative di competenza intenda assumere nei confronti della banca o di tutti gli istituti di credito in favore dei cittadini in qualità di consumatori e mutuatari;

se ritenga opportuno, assunti il mancato rispetto della trasparenza bancaria, la mancata tutela dell'utente e il mancato rispetto delle norme finanziarie, convocare urgentemente il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, competente tra l'altro sull'alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio, al fine di individuare, con l'ausilio e di intesa con le autorità di vigilanza, tutte le misure ritenute più adeguate a fronteggiare al meglio la situazione;

se risulti che siano state espletate da parte degli organismi preposti alla vigilanza le attività necessarie a garantire la trasparenza, la completezza e la correttezza dell'informazione dei contratti di mutuo, così permettendo di salvaguardare, nel caso di specie, gli interessi delle famiglie coinvolte. 4-05754