Tribunale della Spezia, Sentenza n. 739/2021 del 20 Dicembre2021, un’altra vittoria per il consumatore!

E dopo la vittoria di Febbraio, con la Sentenza n.77/2021, il Tribunale della Spezia torna alla carica con un'altra vittoria schiacciante a favore dei consumatori.

A seguito di complessa  c.t.u. relativa ad un contratto di mutuo in euro con clausola di indicizzazione al franco svizzero, il Tribunale ha dichiarato la "nullità parziale" del contratto  in ragione dell"’indeterminatezza delle clausole contenenti l’indicazione del tasso d’interessi". Secondo il C.t.u. chiamato a valutare gli effetti delle clausole impugnate, le operazioni di conguaglio finanziario e valutario, pur essendo menzionate nel testo contrattuale, non risultano “determinate specificamente per modalità di applicazione e criteri di calcolo”: in particolare manca del tutto “la determinazione del meccanismo di conversione della valuta”.

Inoltre, aspetto molto importante non affrontato nelle precedenti decisioni dei tribunali chiamati a pronunciarsi con  riguardo ai mutui stipulati da  Barklays, "l’esame della documentazione contrattuale conduce a rilevare palesi profili di indeterminatezza con riferimento alla omessa esplicitazione dei criteri impiegati nella determinazione del piano di rimborso, non indicando, nello specifico, né il regime finanziario (semplice o composto)  né la modalità di calcolo e imputazione degli interessi“. Il C.t.u.  ha infatti verificato che "la rata mensile è stata determinata in regime finanziario composto, con capitalizzazione mensile": tale aspetto, secondo il Tribunale,   non risulta  esplicitato nella documentazione contrattuale.

Il Tribunale ha dunque disposto che "il piano di ammortamento prosegua tenuto conto del tasso sostitutivo dei BOT alla data della stipula del contratto” condannando altresì BARCLAYS BANK PLC  a restituire  gli interessi pagati in eccedenza; conseguentemente, nulla è dovuto in virtù della clausola di indicizzazione che, nelle more, aveva determinato l'accumulo di un debito di circa 70.000,00 euro.

Per la precisione, il Tribunale della Spezia, in composizione monocratica, definitivamente pronunciando:

- dichiara la nullità parziale del contratto di cui in motivazione relativamente alle pattuizioni in punto di quantificazione degli interessi, per violazione dell’art. 117 T.U.B. e, per l’effetto:

- dispone che il piano di ammortamento prosegua tenuto conto del tasso sostitutivo dei BOT alla data della stipula del contratto;

- condanna la BARCLAYS BANK PLC, in persona del rappresentante legale p.t., a restituire a ........ la somma di € 12.709,87, oltre interessi nella misura legale dalla data della domanda al saldo effettivo;

- condanna la convenuta a rifondere all’attrice le spese di lite, che liquida in € 7.500,00 per compenso del difensore ed € 518,00 per spese di iscrizione, oltre alle spese di CTU, come liquidate, nella misura concretamente sopportata, e spese generali, cpa ed iva di legge. Con distrazione in favore dei difensori che si sono dichiarati antistatari, ex art. 93c.p.c.

Come vi abbiamo sempre detto... seppur piano piano, la verità sta emergendo. Continuiamo a lottare e alla fine vinceremo tutti! Uniti e avanti sempre!!

Leggi qui anche i precedenti articoli collegati:

Settegiorni: La battaglia di 10mila famiglie contro i «mutui capestro»

IL CASO: L’albairatese Sheila Meneghetti è la vicepresidente di Tuconfin, associazione che cerca giustizia per i mutuatari coinvolti nella vicenda Barclays

La battaglia di 10mila famiglie contro i «mutui capestro»

L’indicizzazione al franco svizzero costa in media 100mila euro in più: «Clausole non chiare, ci siamo rivolti al Ministero dell’Economia»

ALBAIRATE (ufd) Ritrovarsi vincolati ad un mutuo che pur passando gli anni non si estingue e che rende praticamente impossibile anche pensare di cedere il proprio immobile: sono quasi 10mila le famiglie italiane che si trovano in questa sgradevole e complicata situazione.

Si tratta di quanti hanno sottoscritto mutui indicizzati al franco svizzero proposti dal 1993 dapprima dalla banca inglese Woolwich, poi dal 2006 incorporata nella Barclays. Proprio aver agganciato i mutui al franco svizzero ha portato i mutuatari a vedersi costretti a rimborsare cifre molto maggiori di quelle preventivate.

Quanto? Anche 100mila euro in più in media a mutuo, al netto di quelli che sono i normali oneri già normalmente contemplati dal mutuo. Conseguenze di effetti e fenomeni del mercato finanziario e del rapporto tra Euro ed altre valute estere che però – questo è il nodo della vicenda – la banca inglese non avrebbe mai prospettato in modo trasparente ai propri clienti. Chi a partire dal 2012 ha tentato di estinguere anticipatamente il proprio mutuo o ottenere la surroga tramite decreto Bersani, ha avuto la doccia fredda scoprendo il reale importo di quanto ancora dovuto alla banca. Una situazione che rende complicato anche rivendere il proprio immobile. Sono coinvolte anche famiglie del nostro territorio, molte delle quali si sono riunite nell’associazione Tuconfin, la cui vicepresidente è l’albairatese Sheila Meneghetti.

La battaglia per ottenere giustizia rispetto a quello che si ritiene essere «un significato squilibrio dei diritti e degli obblighi derivati dal contratto» dovuto a clausole «redatte in modo non chiaro e comprensibile» e che «possono essere qualificate vessatorie o abusive e pertanto affette da nullità» è ancora in pieno svolgimento. L’Antitrust nel 2018 si è espressa a favore dei clienti Barclays, così come i giudici della Cassazione con una recente sentenza che ha ribaltato il verdetto precedentemente espresso in Appello. E ci sono anche centinaia di pronunciamenti dell’arbitro bancario e finanziario (Abf), che tuttavia non può irrogare sanzioni realmente vincolanti nei confronti di Barclays.

Per questo Meneghetti e gli altri associati a Tuconfin si sono rivolti anche al Parlamento italiano: «Migliaia di persone si sono fidate di quanto hanno firmato – spiega Meneghetti – Il mutuo era venduto in euro, ed in euro erano tutte le comunicazioni. Nulla lasciava presa- gire che il mutuo fosse indicizzato al franco svizzero. Io stessa quando ho tentato la surroga nel 2010 mi sono ritrovata con oltre 40mila euro in più da pagare e da allora il franco ha continuato a peggiorare. Il mio mu- tuo non cala, nessuna banca vuole a queste condizioni farsi carico della surroga e non posso vendere. Crediamo che oltre alle 10mila famiglie note ce ne possano essere molte altre che per le più varie ragioni non si sono ancora manifestate. Io ho scoperto di non essere l’unica solo facendo delle ricerche su internet. Da allora abbiamo raccolto numerose testimonianze e avviato numerosi contenziosi». Ma la Giustizia ha i suoi tempi, Barclays continua a negare che ci siano state zone d’ombra e migliaia di famiglie si trovano costrette a vivere una situazione che condiziona qualsiasi scelta sul futuro.

Tuconfin ha ora chiesto un tavolo di concertazione al Ministero dell'Economia e Finanze, richiesta avanzata ai componenti della com- missione parlamentare di vigilanza delle banche presieduta da Carla Ruocco. L’obiettivo sarebbe «individuare in tempi brevi, definiti e certi, soluzioni comuni per tutti i mutuatari coinvolti nei mutui indicizzati al franco svizzero o de- nominati in valuta estera, garantendo uniformità e parità di trattamento».

Spiega Meneghetti: «Già nel 2018 con l’onorevole Simonetta Rubi- nato avevamo chiesto al Mef una verifica su questo tipo di mutuo ed erano emerse delle criticità. Oggi chiediamo ancora che si trovi una soluzione bonaria in favore delle famiglie. Un mutuo è qualcosa che coinvolge tre generazioni: non solo noi, ma anche i nostri figli ed i nostri genitori che spesso ci fanno da garanti».

Federico Ughi

 

Venerdì 22 ottobre 2021_Settegiorni_Albairate

Puoi leggere l'articolo anche qui: https://primamilanoovest.it/cronaca/la-battaglia-di-10mila-famiglie-contro-i-mutui-capestro/

IlSole24Ore – PLUS: Risparmio tradito_I mutui in franchi svizzeri arrivano nelle aule parlamentari

Mutui Barclays. "Bisogna aprire un tavolo al Mef"

E' la richiesta dei risparmiatori durante l'audizione alla Camera

di Vitagliano D'Angerio

Un tavolo di concertazione al Ministero dell'Economia e Finanze (MEF). E' stata la richiesta dei rappresentanti di Tuconfin, l'associazione a tutela dei consumatori finanziari e in particolare delle 10mila famiglie italiane che hanno sottoscritto i mutui Barclays indicizzati al franco svizzero.  La richiesta è stata avanzata ai componenti della commissione parlamentare di vigilanza delle banche presieduta da Carla Ruocco. Obiettivo del tavolo di concertazione, a cui dovrebbero partecipare le principali associazioni dei consumatori e quelle che rappresentano le banche, è "individuare in tempi brevi, definiti e certi, soluzioni comuni per tutti i mutuatari  coinvolti nei mutui indicizzati al franco svizzero o denominati in valuta estera, garantendo uniformità e parità di trattamento".

La Storia

Risalgono al 1993 i primi mutui agganciati al franco svizzero. Il problema però è scoppiato quando alcuni clienti della banca inglese Barclays hanno deciso di estinguere in via anticipata questi mutui scoprendo, a sorpresa, di dover rimborsare cifre ben più alte di quelle preventivate. Il primo articolo che ha messo in luce la vicenda è stato pubblicato proprio su Plus24 l'11 agosto del 2012. Da allora ci sono state molte vertenze che martedì scorso sono addirittura approdate in Parlamento.

Centomila euro a famiglia

"A titolo esplicativo e facendo un calcolo medio al ribasso sui contratti di mutuo erogati, ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già pagati normalmente dal mutuo": è quanto ha dichiarato ieri in commissione vigilanza Franca Berno, presidente di Tuconfin che assieme alla sua vice Sheila Meneghetti e all'Avvocato Alberto Tedoldi, da anni, portano avanti la battaglia.

I 300 tentativi con l'arbitro

Sono stati ben 300 i ricorsi all'arbitro bancario e finanziario (ABF) che ha dato più volte ragione ai mutuatari. L'Abf però ha le armi spuntate: "Le pronunce sono rimaste lettera morta - si legge nella relazione presentata da Tuconfin in commissione -, perchè le sanzioni che l'Abf può irrogare non sono vincolanti e Barclays non ha mai avuto interesse alcuno ad adempiervi, a maggior ragione essendo uscita ormai da tempo dal territorio italiano, dove ha chiuso tutte le filiali. In ogni caso l'inadempimento è sanzionato con cifre irrisorie (200 euro)".

Antitrust e Cassazione 

Le vertenze giudiziarie davanti ai tribunali italiani hanno registrato vittorie e sconfitte. Ma è stato l'Agcm (Antitrust) a dare per primo ragione su tutta la linea ai clienti Barclays: il 09 luglio 2018, l'authority sottolinea che "al momento della sottoscrizione del contratto il consumatore non viene reso edotto in merito ai rischi di interesse e di cambio". La Cassazione, giudicando sulla vicenda di due mutuatari Barclays, a fine agosto ha annullato la sentenza della Corte d'Appello di Milano spiegando che "in tema di contratti conclusi fra professionista e consumatore, le clausole redatte in modo non chiaro e comprensibile possono essere qualificate vessatorie o abusive e pertanto affette da nullità, se determinano a carico del consumatore un significato squilibrio dei diritti e degli obblighi derivati dal contratto".

IlSole24Ore_Plus24_Mutui Barclays_Bisogna aprire un tavolo al Mef

La Repubblica.it: Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento

Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento

Fino al 2009 più di 10mila persone hanno scelto il prodotto della banca inglese Barclays e si sono trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Ora la Commissione parlamentare delle banche si occupa della questione

Sembrava un mutuo sulla prima casa come tanti. Anzi, a sentire i sottoscrittori, in Italia veniva venduto come "senza rischi, vantaggioso e soggetto a un minor tasso di interesse". Ma aveva una particolarità non di immediata comprensione: era indicizzato al franco svizzero. Scelto da più di 10mila persone, ha fatto sì che molti si siano trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Franca Berno, presidente dell'associazione Tutela consumatori finanziari (Tuconfin), durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha raccontato la vicenda del prodotto venduto dalla banca inglese Barclays fino al 2009.

L'audizione

"Con la commissione abbiamo deciso di approfondire il tema perché si tratta dei risparmi di una vita di moltissime famiglie. Che sono rimaste soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario di fatto inestinguibile e dal quale non riescono più a uscire", ha precisato Berno. Secondo quanto emerso in commissione, è stata la scarsa trasparenza e la poca chiarezza del contratto a far indebitare i contraenti che si trovano oggi a pagare rate maggiorate anche del 50%.Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare, ha evidenziato che "a titolo esplicativo, la dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti dal mutuo". Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta. "La commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo a indagare con estrema attenzione su quanto accaduto", ha aggiunto la Ruocco.

Il meccanismo del mutuo

Il mutuo veniva pubblicizzato in euro, ma era indicizzato al Libor e al cambio franco svizzero - euro. Il meccanismo risultava così complesso che, per comprenderlo, è stato necessario "sentire analisti finanziari", ha raccontato l'avvocato Alberto Tedoldi, legale di fiducia dell'associazione Tuconfin, durante l'audizione. Dal1993 la banca Woolwich per tredici anni aveva venduto più di 6mila mutui e poi la Barclays, che ha acquisito l'altro istituto bancario inglese, ne ha fatti sottoscrivere altri 3 mila, grazie a una massiccia campagna pubblicitaria. Il prodotto veniva venduto quando il tasso di cambio era ai massimi storici e con una soglia di sicurezza fissata a 1,2. Limite che poi è saltato nel 2015 facendo schizzare il valore del franco svizzero e anche l'ammontare delle rate da pagare. Scoperta che avveniva in caso di surroga o estinzione del mutuo. Con la banca che arrivava a chiedere la rivalutazione monetaria. La stessa Berno ha ricordato che lei ha dovuto pagare 28mila euro in più rispetto agli 80mila richiesti. E precisa che il prodotto finanziario non è "mai stato qualificato come mutuo in valuta estera" e che "i tassi di cambio erano perfino superiori a quello storico: anche se il muto fosse stato estinto il giorno stesso della sottoscrizione ci sarebbe stata una perdita".

Sembrava un mutuo sulla prima casa come tanti. Anzi, a sentire i sottoscrittori, in Italia veniva venduto come "senza rischi, vantaggioso e soggetto a un minor tasso di interesse". Ma aveva una particolarità non di immediata comprensione: era indicizzato al franco svizzero. Scelto da più di 10mila persone, ha fatto sì che molti si siano trovati a pagare decine di migliaia di euro in più rispetto alle aspettative. Franca Berno, presidente dell'associazione Tutela consumatori finanziari (Tuconfin), durante l'audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha raccontato la vicenda del prodotto venduto dalla banca inglese Barclays fino al 2009.

L'audizione

"Con la commissione abbiamo deciso di approfondire il tema perché si tratta dei risparmi di una vita di moltissime famiglie. Che sono rimaste soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario di fatto inestinguibile e dal quale non riescono più a uscire", ha precisato Berno. Secondo quanto emerso in commissione, è stata la scarsa trasparenza e la poca chiarezza del contratto a far indebitare i contraenti che si trovano oggi a pagare rate maggiorate anche del 50%.Carla Ruocco, presidente della commissione parlamentare, ha evidenziato che "a titolo esplicativo, la dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti dal mutuo". Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta. "La commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo a indagare con estrema attenzione su quanto accaduto", ha aggiunto la Ruocco.

Il meccanismo del mutuo

Il mutuo veniva pubblicizzato in euro, ma era indicizzato al Libor e al cambio franco svizzero - euro. Il meccanismo risultava così complesso che, per comprenderlo, è stato necessario "sentire analisti finanziari", ha raccontato l'avvocato Alberto Tedoldi, legale di fiducia dell'associazione Tuconfin, durante l'audizione. Dal1993 la banca Woolwich per tredici anni aveva venduto più di 6mila mutui e poi la Barclays, che ha acquisito l'altro istituto bancario inglese, ne ha fatti sottoscrivere altri 3 mila, grazie a una massiccia campagna pubblicitaria. Il prodotto veniva venduto quando il tasso di cambio era ai massimi storici e con una soglia di sicurezza fissata a 1,2. Limite che poi è saltato nel 2015 facendo schizzare il valore del franco svizzero e anche l'ammontare delle rate da pagare. Scoperta che avveniva in caso di surroga o estinzione del mutuo. Con la banca che arrivava a chiedere la rivalutazione monetaria. La stessa Berno ha ricordato che lei ha dovuto pagare 28mila euro in più rispetto agli 80mila richiesti. E precisa che il prodotto finanziario non è "mai stato qualificato come mutuo in valuta estera" e che "i tassi di cambio erano perfino superiori a quello storico: anche se il muto fosse stato estinto il giorno stesso della sottoscrizione ci sarebbe stata una perdita".

I ricorsi

I sottoscrittori che non riuscivano più a pagare si sono visti espropriare la prima casa e venire segnalati alle centrali rischi come cattivi pagatori. Da qui i ricorsi. "Ce ne sono stati molti, tutti a favore dei consumatori. A partire da quelli davanti all'Arbitro bancario finanziario (Abf)", racconta Berno durante l'audizione. Ma le decisioni dell'ente non sono vincolanti e sono state disattese dalla Barclays. Il 31 agosto 2021 si è pronunciata anche la Cassazione, dichiarando nulle le clausole perché non chiare e rinviando il processo in appello. L'avvocato Tedoldi ha sottolineato che "la banca ha fatto transazioni per evitare precedenti negativi". L'istituto bancario, finora, ha preferito fare accordi individuali con i sottoscrittori.

Clicca qui per leggere l'articolo dal sito.

Consumatori beffati dai mutui in franchi svizzeri: il caso dei maxi-rincari di Barclays sbarca in Parlamento - la Repubblica

Leggi anche:

Mutui in franchi svizzeri, Barclays condannata a pagare oltre 85mila euro

Mutui in franchi svizzeri, associazione di vittime vince in Spagna contro Barclays  

ON. RUOCCO: LA COMMISSIONE BANCHE FA CHIAREZZA SUI MUTUI BARCLAYS (IN EURO INDICIZZATI AL CHF)

Questa mattina ho ricevuto, ed audito, in Commissione banche, la dottoressa Franca Berno, Presidente dell’Associazione TuConFin, con la quale abbiamo affrontato il tema dei mutui Barclays, venduti in Italia come mutui senza rischi ed anzi vantaggiosi e soggetti ad un minor tasso di interesse.
La questione dei mutui Barclays è molto scabrosa, i dati ci parlano di quasi diecimila famiglie rimaste letteralmente soffocate dal debito contratto e imprigionate in un meccanismo finanziario praticamente inestinguibile, dal quale non riescono più a uscire.
La dottoressa Berno ha sottolineato che ogni famiglia paga indicativamente 100mila euro in più, oltre agli oneri già previsti normalmente dal mutuo.
Coloro che hanno sottoscritto i mutui Barclays, si trovano quindi, in grande difficoltà ed aspettano una risposta rapida e concreta.
La Commissione banche è decisa a lavorare per supportare i cittadini in questa complessa vicenda. I risparmi degli italiani sono sacri, siamo decisi per questo ad indagare con estrema attenzione su quanto accaduto.

Sotto il post dell’On. Ruocco condividiamo e commentiamo con i nostri conteggi e la nostra storia... hanno capito il problema, ma un conto è sentire la storia di uno, un altro è quello di sentire la storia di tutti!! Non abbiate paura di scrivere... se stiamo zitti (o comunque si espongono sempre e solo i soliti) diamo l'idea che il problema sia di pochi, quando sappiamo bene che non è così! Dai che il nostro momento sta arrivando. Non sprecate il lavoro che abbiamo fatto sino ad oggi... Per favore... Grazie!

E se vi siete persi l'intervento cliccate qui sotto per rivederlo, mentre nella area riservata ai soci troverete sia la copia cartacea (completa) di quanto rilasciato alla Commisione e il relativo manuale sulla problematica legata a questo mutuo.

VI ASPETTIAMO!

Anche se avete un contenzioso con Barclays ma siete seguiti da un altro studio legale non abbiate paura a contattarci..  da diverso tempo stiamo raccogliendo le informazioni che fotografano la situazione contro la banca! Solo attraverso uno scambio di informazioni possiamo sempre avere il polso della situazione... se ci affidiamo sempre e solo a ciò che la banca deposita o comunica non potremo mai avere garanzia che questi siano completi e veritieri (se voi foste la banca ammettereste mai di avere centinaia di contenziosi aperti - chiusi - trattati o addirittura persi?... onestamente.. no!).

Uniti e vanti sempre!

 

12.10.21: Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Tuconfin c’è!

Quando si dice di non lasciar mai nulla al caso... Tuconfin è sempre pronta a far parlare del problema legato ai mutui in euro indicizzati al franco svizzero di Barclays (Ireland) Bank e questa volta lo fa con una audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

Finché questa storia non avrà un risvolto favorevole per il consumatore non smetteremo mai di urlare le nostre ragioni.

Uniti e avanti sempre!

Qui di seguito l'avviso pubblicato sulla pagina web della Camera dei Deputati e il link per seguire la diretta: https://webtv.camera.it/evento/19127

Audizione - ore 12:

Audizione di Franca Berno, Presidente dell'Associazione TuConFin, in merito alle attività poste in essere da Banca Barclays, con specifico riferimento alla commercializzazione e alla gestione di mutui indicizzati al franco svizzero.

11.09.2021 – Il Fatto Quotidiano: “Mutui capestro Barclays, il caso imbarazza “Lady Bankitalia”

11.09.2021 - Il Fatto Quotidiano

Mutui capestro Barclays, il caso imbarazza “Lady Bankitalia” di Nicola Borzi

"La Cassazione boccia i contratti difesi dalla vice-dg

Il nostro è l’ameno Paese dove il vicedirettore generale di Banca Italia, l’istituzione che vigila sulle banche, è una manager che ha disatteso per anni decine di decisioni contrarie alla sua banca emesse da un organismo della stessa Banca d’Italia. Lo attesta la vicenda dei mutui, in euro ma indicizzati al tasso svizzero Libor e […]"

Il fatto quotidiano: “Pronuncia cassazione – Mutui franchi svizzeri con le clausole capestro”

"Le clausole redatte in modo non chiaro e comprensibile sono qualificate come vessatorie e pertanto annullabili se determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. Con questa motivazione la Cassazione assesta un colpo al colosso inglese Barclays che tra il 2006 e il 2011 ha consigliato a oltre 10 mila famiglie di stipulare un mutuo in euro indicizzato al franco svizzero assicurando tassi più bassi grazie al fatto che il Libor (il tasso d’interesse di mercato a cui le banche si scambiano prestiti in franchi svizzeri) era allora più basso dell’Euribor (l’indice dell’Ue dei mutui variabili), almeno fino a quando il franco non si è apprezzato sull’euro. Con un dettaglio mai spiegato: la rivalutazione del capitale residuo in franchi svizzeri. Clausola che dopo il 2015, quando le famiglie hanno iniziato a surrogare il mutuo, hanno amaramente scoperto: la rivalutazione ha subito aumenti tali da rendere quasi impossibile la vendita della casa stessa. Ora la Cassazione, come già peraltro ribadito da diversi Tribunali che hanno condannato la banca, ha accolto il ricorso prsentato dall’associazione Tuconfin ribadendo la non correttezza e la vessatorietà delle clausole." di Patrizia De Rubertis

Lunedì 07 Settembre 2021, Tuconfin annuncia la vittoria a Canale Italia

Come ormai di consueto Lunedì 07 Settembre 2021 siamo nuovamente andati in onda diretta - in collegamento telefonico - su Canale Italia alle 7.20. Questa volta però le novità sono importati perché è stato annunciato l'esito favorevole (per i consumatori) della tanto attesa Sentenza di Cassazione!

Grazie a Vito Monaco che dedica sempre uno spazio per gli aggiornamenti sul caso dei mutui in euro indicizzati al CHF di Barclays (Ireland) Bank.

Per chi se lo fosse perso mettiamo qui l'audio relativo al nostro intervento:

Programma: NOTIZIE OGGI - dalle ore 6 alle ore 9

Conduce: Vito Monaco

Canale 83 del digitale terrestre e 913 su Sky.

https://www.facebook.com/CanaleItaliaUfficiale/

http://www.canaleitalia.it/

Potete intervenire con le vostre telefonate al 049/631111 .. Vi aspettiamo!

TuConFin c'è!

In collegamento telefonico alle 7.20:

Franca Berno, Presidente Tuconfin

Caso Barclays, Berno: «Risultato straordinario, ora a Roma»

Doppio articolo per Il Giornale di Vicenza:

«Una battaglia dura ed estenuante, ma il cui risultato ci conforta e conferma ciò che sosteniamo da anni, vale a dire che moltissimi consumatori sono stati danneggiati dai mutui indicizzati in franchi svizzeri, venduti come un prodotto senza rischi e anzi vantaggioso, perché legato al Libor anziché all’Euribor». Franca Berno analizza con calma la sentenza pubblicata il 31 agosto dalla Cassazione. Con l’amica Sheila Meneghetti da anni, alla guida di Tuconfin cui sono iscritti mille consumatori, ha ingaggiato un braccio di ferro legale per l’affermazione di quel principio di trasparenza che i giudici di legittimità hanno stabilito. Ecco perché le due donne sono comprensibilmente soddisfatte. Ora hanno pronta la missione in Parlamento, a fine settembre, per presentare «la nostra risoluzione che verrà presa in carico dall’onorevole Carla Ruocco, presidente della Commissione sulle banche. «La tenacia del team di Tuconfin - concludono - e degli avvocati Tedoldi e Parisi è riuscita a conseguire questo straordinario risultato nei confronti di un colosso multinazionale come Barclays».

di Ivano Tolettini

Mutui vessatori, vittoria in Cassazione per duemila famiglie vicentine

Uscita la  tanto attesa Sentenza di Cassazione non tardano ad arrivare le prime notizie sui giornali! Qui di seguito l'articolo sul Giornale di Vicenza:

Le clausole su un contratto di mutuo sottoscritto da decine di migliaia di risparmiatori in Italia, duemila dei quali nel Vicentino, sono definite «vessatorie o abusive» perché non chiare e comprensibili per la clientela.  La banca internazionale britannica Barclays perde in Cassazione. A vincere è una coppia di mutuatari che si appoggia all’associazione no profit Tuconfin, fondata dalla vicentina Franca Berno e di cui è vicepresidente la milanese Sheila Meneghetti.

Le due pasionarie del credito tradito sono al settimo cielo perché dopo anni di battaglia hanno colto nel segno, come del resto l’antitrust nel 2018 aveva stabilito, bocciando per difetto di trasparenza il mutuo in questione venduto tra il 2003 e il 2010. Ma la Corte d’Appello di Milano il 1° febbraio 2019 non era stata dello stesso avviso. Adesso la Cassazione fissa nuove regole.

Dunque, per i supremi giudici il contratto di mutuo erogato in apparenza in euro era in realtà legato all’andamento di un indice aleatorio. Esso era rappresentato dal tasso di cambio euro/franco svizzero, calcolato su un fondo fruttifero che lo faceva somigliare a un prodotto derivato. Perciò era giocoforza oscuro e incomprensibile per un cliente medio. Ma anche per uno preparato.

Di conseguenza la prima sezione della Suprema Corte, presieduta da Carlo De Chiara, ha annullato la sentenza della Corte d’Appello milanese che, ribaltando il verdetto dei giudici civili di Busto Arsizio, aveva dato ragione a Barclays. Adesso spetterà a un’altra sezione di secondo grado riformulare la sentenza in base ai criteri fissati dalla Cassazione in 31 pagine che fissano paletti importanti e piuttosto rigidi.

I giudici spiegano che «alla valutazione di non chiarezza e comprensibilità delle clausole del testo contrattuale emessa dal garante deve perciò essere attribuito un valore privilegiato nel giudizio civile tra il privato e il professionista relativo alle stesse clausole». «Tale valutazione - aggiungono i magistrati di legittimità - deve essere presuntivamente corretta nel giudizio civile, in difetto di una specifica confutazione da parte del giudice, tanto più necessaria dove - come in questa fattispecie di giudizio - il dissenso sulla chiarezza e comprensibilità attenga proprio al contenuto del testo documentale valutato dall’Agcom e non si fondi invece su elementi di fatto ulteriori attinenti allo specifico rapporto fra professionista e consumatore».

Insomma, la Cassazione rivaluta la sentenza dell’antitrust sbrigativamente bocciata dai giudici di merito, accogliendo due dei quattro motivi d’Appello formulati dagli avvocati Alberto Maria Tedoldi e Daniela Parisi.

Visto l’argomento la sentenza è molto tecnica, ma sono due i passaggi chiave in termini di diritto. «In tema di contratti conclusi fra professionista e consumatore - scrivono i massimi giudici - le clausole redatte in modo non chiaro e comprensibile possono essere qualificate vessatorie o abusive e pertanto affette da nullità, se determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto».

Tradotto in soldoni, come raccontano Berno e Meneghetti, ci sono casi in cui il cliente che nel 2003 aveva sottoscritto un mutuo in vista dell’estinzione ha visto la rata di 1.272 euro decollare fino a 4.219 euro a causa del meccanismo perverso alimentato dal derivato che pompava l’aumento incontrollato. Oppure per un mutuo di 380 mila euro acceso nel 2008, dopo undici anni di regolare pagamento in caso di estinzione anticipata con un residuo di 305 mila euro si dovevano versare 374 mila euro. Un salasso cui la Cassazione ha detto stop. D’ora in poi in caso di contenzioso tra consumatore e banca il giudice dovrà valutare la chiarezza delle clausole che stabiliscono gli interessi e il rapporto di cambio accogliendo il ricorso del cliente.
Barclays ha sempre sostenuto che il contratto di «mutuo in euro indicizzato al franco svizzero» era chiaro e comprensibile. Ma dopo il 2010 lo ha ritirato dal mercato.

di Ivano Tolettini