GERMANIA: il Bundesgerichtshof sui prestiti Fx

Il Tribunale federale tedesco di Karlsruhe (Bundesgerichtshof - BGH è la più alta corte di giurisdizione civile e penale in Germania) nel caso XI ZR 152/17, deciso il 19 dicembre 2017 con una sentenza a favore del mutuatario. Nonostante il fatto che in una causa concreta non si tratti di un consumatore, che ha una protezione speciale, la Corte federale tedesca ha stabilito che il dovere esplicativo della banca in termini di prestiti in valuta deve includere specifici punti deboli e rischi di tale prodotto.

Nel caso giudiziario tedesco, è estremamente importante che nell'azione contro la banca non si tratti del consumatore come un mutuatario, ma l'entità legale pubblica - una comunità locale come mutuatario. Un prestito in franchi svizzeri è stato preso nel 2007 da una comunità locale della provincia del Nord Reno-Westfalia (18.000 residenti, il prestito ammonta a 3 milioni di euro). La Corte ha deciso che anche la banca è tenuta ad adempiere al proprio obbligo esplicativo anche nel caso di accordi di prestito con società e altre entità giuridiche. Sebbene la decisione della Corte federale tedesca si riferisca a un caso giudiziario specifico, questa sentenza nell'ordinamento giuridico tedesco in realtà significa che tutti i tribunali di istanza inferiore in Germania agiranno in conformità con tale sentenza.

Di seguito il link:  http://www.fxloans.org/germany-the-bundesgerichtshof-about-fx-loans/

E LA SENTENZA TEDESCA: http://www.fxloans.org/wp-content/uploads/2018/02/S_171219_FXLOANS_DEUTSCHLAND.pdf

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SLOVENIA: la Corte superiore ha dichiarato che i prestiti in CHF sono NULLI

Prima sentenza definitiva della Corte superiore di Lubiana: un contratto di prestito in franchi svizzeri è completamente nullo!

Questa è una vittoria molto importante, poiché la decisione della Corte è già definitiva. È anche il primo giudizio finale nel caso dei prestiti in CHF in Slovenia. L'Associazione ZDRUŽENJE FRANK stima che la giurisprudenza sia stata stabilita e che le sentenze degli altri tribunali in tali casi seguiranno questa giurisprudenza. Con la sentenza della Higher Court, la banca è stata condannata a cancellare il mutuo e il mutuatario a rimborsare la differenza del prestito.

Il 18 gennaio è stato notificato all'avvocato, il signor Robert Preininger (rappresentante il mutuatario), che una sentenza della Corte suprema di Lubiana ha accolto il suo ricorso contro la sentenza del Tribunale di primo grado. La Corte ha accolto la domanda di annullamento di un contratto di prestito per intero, nonché il resto del credito, compresa la cancellazione del mutuo. La Corte d'appello ha anche condannato la banca a pagare tutti i costi dei procedimenti giudiziari. Il Sig. Robert Preininger ha dichiarato: "Sottolineiamo che la Corte Suprema di Lubiana ha seguito pienamente le nostre argomentazioni chiave, che applichiamo in procedimenti giudiziari aperti dal 2015." Una sanzione di nullità in questo caso significa che il mutuatario deve pagare alla banca la differenza tra l'importo del prestito ricevuto in euro e l'importo già pagato di tutti i pagamenti mensili in euro. L'Associazione ZDRUŽENJE FRANK ha assolutamente apprezzato l'istituzione della giurisprudenza e il primo giudizio finale a favore del mutuatario (un membro dell'associazione). Allo stesso tempo, sottolineano la necessaria soluzione sistemica per il problema dei prestiti in CHF, che è stato creato dall'avidità delle banche e dall'inattività del regolatore. L'invio di 20.000 persone per giustizia in tribunale non è certamente un atto responsabile di uno stato legale e sociale come la Slovenia. Credono anche che questa sentenza abbia rimediato a tutte le preoccupazioni dei parlamentari che stavano aspettando l'aggiornamento dei nostri tribunali.

Senza dubbio, questa è una grande notizia per la Slovenia, ma anche per i consumatori europei.

Di seguito il link: http://www.fxloans.org/slovenia-higher-court-declared-chf-loans-null-and-void/

E LA SENTENZA SLOVENA: https://asufin.com/sentencias/S_171220_fxloans_slovenia_Sodba%20zakrita_izrek_xs.pdf

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Anteprima: Decisione n. 17337/2017 del 20.12.2017 – Collegio di Milano

Continua la raccolta di decisioni favorevoli al mutuatario... In attesa che il sito dell'Arbitro Bancario Finanziario venga nuovamente aggiornato, vi postiamo un'altra anteprima con cui viene dichiarato nullo l'articolo relativo all'estinzione anticipata del mutuo in EURO indicizzato al Franco Svizzero erogato da Barclays Bank PlC.

Si ringrazia ancora una volta il Collegio di Milano per la decisione assunta e i nostri soci/mutuatari che ci tengono costantemente aggiornati.

Buona lettura,

Anteprima: Decisione n. 17337/2017 del 20.12.2017 - Collegio di Milano

Decisione N. 9430 del 28 luglio 2017 – Contratti bancari in genere – Trasparenza, richiesta di documentazione

Decisione N. 9430 del 28 luglio 2017

COLLEGIO DI MILANO 

composto dai signori:

(MI) LAPERTOSA …………………………..Presidente

(MI) ORLANDI ……………………………… Membro designato dalla Banca d'Italia

(MI) SANTONI …………………………….. Membro designato dalla Banca d'Italia

(MI) FERRARI  …………………………..  Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

(MI) PERICU ………………………….. Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti

Relatore (MI) PERICU

Nella seduta del 10/05/2016 dopo aver esaminato:

-  il ricorso e la documentazione allegata
-  le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione
-  la relazione della Segreteria tecnica

FATTO
Con il proprio ricorso il ricorrente ha significato di avere richiesto, circa un anno prima di rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario, l’emissione del conteggio per l’estinzione in via anticipata di un contratto di mutuo stipulato con l’intermediario convenuto. In quella sede, secondo la ricostruzione del ricorrente, l’intermediario non avrebbe chiaramente indicato l’importo da corrispondere a saldo (in proposito il ricorrente ha fatto notare che, solo in un secondo momento, l’intermediario comunicava la necessità di detrarre dagli importi dovuti il saldo positivo del conto corrente “di appoggio” del contratto di mutuo). Rilevando che le previsioni di debito calcolate da sé medesimo ed i conteggi elaborati dall’intermediario per l’estinzione presentano difformità, il ricorrente “prendendo spunto dalla [decisione del Collegio di Coordinamento] n. 7727 del 20 novembre 2014 e dall’art. 120 ter del Testo Unico Bancario”, ha richiesto il conteggio finale per l’estinzione anticipata “(in quanto il calcolo dell’indicizzazione delle rate prosegue fino a scadenza) senza che [l’intermediario] ricalcoli la rivalutazione”.
Con le proprie controdeduzioni l’intermediario ha anzitutto ripercorso i fatti per cui è causa, specificando quando di seguito: il ricorrente concludeva con l’intermediario, il 13/12/2001, un contratto di mutuo indicizzato al corso del Franco Svizzero, per la durata iniziale di anni 30. In esito alla richiesta fattane dal ricorrente, l’intermediario trasmetteva un conteggio di estinzione “con valenza meramente informativa”, seguito da richieste informative formulate dal ricorrente, il quale – però – non procedeva a formalizzare la richieste di estinzione del rapporto, come previsto dalle condizioni contrattuali, né corrispondeva alcun saldo. Nel merito della controversia l’intermediario ha eccepito che la domanda del ricorrente vale – in realtà – a celare una richiesta di rinegoziazione delle condizioni di mutuo e, in specie, dei criteri determinativi dell’importo eventualmente dovuto a titolo di rivalutazione in caso di estinzione anticipata. L’intermediario ha contestato, inoltre, il richiamo all’art. 120-ter del TUB, il quale si applica alla determinazione delle penali di estinzione: l’art. 10 del contratto di mutuo, infatti, non costituirebbe una clausola penale ma varrebbe solamente a normare la determinazione del valore attuale del capitale residuo al momento dell’estinzione. Tanto premesso, l’intermediario ha qualificato il ricorso come inammissibile, poiché la domanda sarebbe estranea ai poteri dell’Arbitro Bancario Finanziario. Secondo l’opinione espressa dall’intermediario non varrebbero, nel caso di specie, i presupposti fondanti della decisione del Collegio di Coordinamento n. 7727/2014 (errori ne conteggio e/o violazione dei doveri di informativa): l’intermediario, nel corso del rapporto, inviava al ricorrente comunicazioni informative circa la struttura e il funzionamento dell’operazione (dettagliatamente esposte in sede di controdeduzioni) che il ricorrente, nella sua qualità di “bancario” residente in Svizzera, avrebbe ben potuto comprendere. L’intermediario ha concluso, pertanto, per il rigetto del ricorso.

Con le proprie repliche il ricorrente (a) ha eccepito che la durata prevista del mutuo era di anni 15 e non di anni 30; (b) ha contestato che la sua attività lavorativa e la sua residenza potessero, in alcun modo, rilevare in ordine al corretto procedimento di estinzione; (c) ha rilevato che tra la richiesta del preventivo di estinzione e il calcolo definitivo non devono intervenire variazioni significative; (d) ha richiamato le numerose iniziative intraprese nei confronti dell’intermediario convenuto con riguardo a contratti di mutuo simili a quello per cui è causa.

DIRITTO 

Il ricorso è fondato.
In via preliminare, il Collegio osserva come, in ragione del tenore della domanda formulata dal ricorrente, Questo Arbitro è stato chiamato ad interpretare la domanda stessa, così da potervi offrire una risposta coerente con il bene della vita di cui il ricorrente domanda la tutela. Aderendo ad un orientamento ormai consolidato di Questo Arbitro, per il fine di cui si è detto, il Collegio ritiene ragionevole procedere ad una interpretazione flessibile della domanda (cfr. Collegio di Napoli, n. 1383/2010 e 817/2010), senza essere vincolato dal tenore letterale della medesima o con ciò contravvenire al principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato di cui all’art. 112 c.p.c. Il Collegio ritiene, pertanto, che il ricorrente abbia inteso domandare la condanna dell’intermediario a rilasciare un conteggio estintivo conforme alla pronuncia del Collegio di Coordinamento n. 7727/2014.
Nel merito il Collegio osserva come non convinca la posizione espressa dall’intermediario in ordine alla “non applicabilità” dei principi espressi con la richiamata decisione di Questo Arbitro al caso di specie. Da un lato, va accolta l’eccezione del ricorrente che ha affermato l’assoluta irrilevanza della sua qualità professionale (e della sua residenza) ai fini di una corretta interpretazione degli obblighi informativi gravanti sull’intermediario. Dall’altro lato, non pare che la decisione menzionata si basi esclusivamente su “errori nel conteggio” di estinzione, quanto piuttosto sulla necessità di interpretare il contratto secondo i ben noti criteri di buona fede e correttezza ed espungere le clausole che possano ritenersi abusive sulla base della vigente normativa (di matrice nazionale ed europea) e della consolidata giurisprudenza delle corti (anch’esse nazionali ed europee) in tal senso. Peraltro, il caso di cui qui si tratta appare del tutto analogo (quando non identico) ai casi già più volte portati all’attenzione di Questo Arbitro (cfr. Collegio di Coordinamento n. 4135/2015) e in tal senso deve essere risolto. Ebbene, a ben vedere, l’oggetto della controversia non può che intendersi attinente alla corretta interpretazione e/o alla legittimità intrinseca della clausola prevista dall’art. 10 del contratto versato in atti, nella misura in cui questa stabilisce, ai fini del rimborso anticipato del mutuo, che “il capitale restituito, nonché gli eventuali arretrati che fossero dovuti, verranno calcolati in FRANCHI SVIZZERI in base al tasso di cambio contrattualmente previsto e successivamente verranno convertiti il lire italiane in base alla quotazione del tasso di cambio della lira italiana contro il FRANCO SVIZZERO rilevato sulla pagina FXBK del circuito Reuter e pubblicato su ‘Il Sole 24 Ore’” il giorno previsto per il rimborso.

Applicando la clausola poc’anzi trascritta, il cliente viene a subire gli effetti potenzialmente pregiudizievoli (e certamente del tutto aleatori) di una doppia conversione del capitale “restituito” (dovendosi intendere, più correttamente, il capitale residuo), prima da Lire (oggi Euro) a Franchi Svizzeri al tasso contrattuale e successivamente da Franchi Svizzeri a Euro al tasso di cambio vigente per la data di rimborso. Orbene, una clausola siffatta non pare conforme ai principi di correttezza, trasparenza, buona fede e correttezza cui tanto le norme contrattuali quanto la condotta delle parti sono sottoposte (ex plurimis Cass. Civ., 8 agosto 2011, n. 17351). Essa non espone in maniera trasparente e intellegibile (anche per un operatore mediamente qualificato) il funzionamento del meccanismo di conversione (in realtà di “doppia conversione”), i suoi effetti potenziali in termini, tra l’altro, di rischio sui cambi, e l’effetto combinato di tale meccanismo con il complesso di clausole disciplinanti la vita contrattuale del mutuo e la sua erogazione. Dal che, la clausola in parola sembra porsi in contrasto con l’art. 4, c. 2, della Dir. 93/13/CEE (come recepita dall’art. 34, c. 2, del Codice del Consumo) e contravviene all’orientamento generale della giurisprudenza di legittimità, poc’anzi succintamente richiamato. Il cliente consumatore (il quale è e rimane tale, a prescindere dalla propria occupazione) non ha la possibilità di comprendere, con sufficiente chiarezza (ex ante) il procedimento matematico che condurrà al computo delle somme dovute in sede di estinzione anticipata, né il potenziale effetto inflattivo che simili operazioni di cambio sono suscettibili di provocare rispetto all’importo da corrispondere. Dalle valutazioni poc’anzi espresse, in difetto dei requisiti di trasparenza normativamente previsti e rilevando nella mancanza di una corretta informativa un indice evidente di mala fede contrattuale, la nullità della clausola contrattuale di cui si tratta può essere rilevata e dichiarata ex officio da Questo Arbitro anche ai sensi dell’art. 36 del Codice del Consumo. Orbene, rilevata e dichiarata la nullità della clausola anzidetta, considerata comunque la necessità indefettibile di regolare il rapporto contrattuale tra le parti, Questo Arbitro ritiene di conformarsi alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, già più volte applicata dal Collegio di Coordinamento (cfr. Collegio di Coordinamento n. 3995/2014) e di applicare la norma di diritto positivo nazionale cui la clausola dichiarata nulla intendeva – nei fatti – derogare. Detta norma deve rinvenirsi, a ben vedere, nell’art. 125-sexies, c. 1, TUB (“Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore”), nella misura in cui la clausola contrattuale mirava a disincentivare ovvero a rendere maggiormente oneroso il rimborso anticipato del mutuo. Lo stesso T.U.B., al precedente art. 117, sia pure regolamentando ipotesi diverse di nullità dei contratti, stabilisce, al comma 7, che in tal caso si applicano: “a) il tasso nominale minimo e quello massimo, rispettivamente per le operazioni attive e per quelle passive, dei buoni ordinari del tesoro annuali o di altri titoli similari eventualmente indicati dal Ministro dell'economia e delle finanze, emessi nei dodici mesi precedenti la conclusione del contratto o, se più favorevoli per il cliente, emessi nei dodici mesi precedenti lo svolgimento dell’operazione; b) gli altri prezzi e condizioni pubblicizzati per le corrispondenti categorie di operazioni e servizi al momento della conclusione del contratto o, se più favorevoli per il cliente, al momento in cui l’operazione è effettuata o il servizio viene reso; in mancanza di pubblicità nulla è dovuto”.
Pertanto, ribadita la nullità della clausola contenuta nell’art. 10 del contratto stipulato tra le parti del presente giudizio e tenuto conto del principio nominalistico di cui all’art. 1277, 1° comma, c.c., l’intermediario dovrà effettuare il conteggio ai fini dell’anticipata estinzione del finanziamento di cui si tratta applicando i principi sopra enunciati.

In esito alla richiesta di estinzione anticipata del mutuo, il capitale residuo che il ricorrente dovrà restituire sarà pari alla differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite (calcolate secondo l’indicizzazione al Franco Svizzero, al tasso contrattuale), senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 10 di cui è stata dichiarata la nullità.

PER QUESTI MOTIVI 

Il Collegio accoglie il ricorso ai sensi di cui in motivazione.
Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario corrisponda alla Banca d’Italia la somma di € 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla parte ricorrente la somma di € 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. 

IL PRESIDENTE

Flavio Lapertosa

Dec-20170728-9430

Decisione N. 8471 del 14 luglio 2017 – Mutuo – In valuta

Decisione N. 8471 del 14 luglio 2017

COLLEGIO DI ROMA 

composto dai signori:

(RM) SIRENA ………… Presidente

(RM) PAGLIETTI ……… Membro designato dalla Banca d'Italia

(RM) POZZOLO ……….. Membro designato dalla Banca d'Italia

(RM) NERVI …………….. Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

(RM) CHERTI …………… Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti

Relatore CHERTI STEFANO
Nella seduta del 28/04/2017 dopo aver esaminato:

-  il ricorso e la documentazione allegata
-  le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione

-  la relazione della Segreteria tecnica

FATTO
1. Con il ricorso la parte, titolare di un contratto di mutuo indicizzato al franco svizzero stipulato con la resistente nel 2005, lamenta che in sede di estinzione anticipata il mutuante avrebbe richiesto somme calcolate in modo difforme rispetto ai criteri contrattualmente previsti. La ricorrente eccepisce inoltre la nullità della clausola che disciplina l’estinzione anticipata prevedendo l’applicazione di una doppia conversione al tasso di cambio con il franco svizzero, e chiede pertanto che tale duplice conversione non sia applicata in sede di estinzione anticipata.

2. In particolare, la parte contesta il conteggio informativo di estinzione anticipata inviato dalla banca resistente il 22.05.2015 e relativo al contratto di mutuo in euro, indicizzato al franco svizzero, dalla stessa stipulato in data 6.10.2005. Infatti, in detto conteggio

l’intermediario ha richiesto un importo a titolo di “rivalutazione” calcolato sul capitale residuo, mentre l’art. 9 del contratto stabilisce che la rivalutazione si calcoli sul capitale restituito Ad ogni buon conto per la ricorrente il meccanismo di doppia conversione valutaria previsto dal suddetto art. 9 sarebbe nullo e deve essere disapplicato, per violazione dei canoni di correttezza, trasparenza ed equità di cui agli artt. 33 e 36 del Codice del Consumo.

3. Inoltre, il meccanismo di rivalutazione contrattualmente previsto comporta l’applicazione di pesanti penalizzazioni in caso di estinzione anticipata del mutuo, in violazione dell’art. 120-ter TUB; detta clausola potrebbe inoltre qualificare il contratto di mutuo come derivato implicito, rispetto al quale non risulta che sia stata fornita al cliente un’informativa adeguata al momento della stipula del contratto.

4. Nel merito l’intermediario resistente deduce che contratto si caratterizza per il fatto che l’indicizzazione delle rate di rimborso dipende, oltre che dall’andamento del tasso di interesse convenzionale (LIBOR /FRANCO SVIZZERO SEI MESI) anche dal tasso di cambio Franco Svizzero/Euro. Quindi nell’alea del contratto stesso rientrano sia il rischio della fluttuazione del tasso di interesse (tipico di tutti i contratti di mutuo a tasso variabile) sia quello connesso alla fluttuazione del tasso di cambio Franco Svizzero/Euro.

5. Quanto alle modalità di calcolo delle somme dovute all’intermediario in caso di estinzione anticipata del mutuo, la banca osserva che i conteggi rispecchiano fedelmente quanto riportato nelle condizioni contrattuali del rapporto in oggetto (cfr. art. 9 del contratto, all. al ricorso). L’art. 9 del contratto dispone che “ai fini del rimborso anticipato, il capitale restituito, nonché gli eventuali arretrati che fossero dovuti, verranno calcolati in Franchi Svizzeri in base al 'tasso di cambio convenzionale' e successivamente convertiti in Euro in base alla quotazione del tasso di cambio Franco Svizzero / Euro rilevato e pubblicato su “Il Sole 24 Ore” nel giorno dell'operazione di rimborso”. Occorre quindi procedere nella seguente maniera:

a) si converte in Franchi Svizzeri il capitale residuo, applicando il tasso di cambio convenzionale adottato al momento della stipula, moltiplicando tale capitale residuo per il tasso di cambio convenzionale.

b) per calcolare la somma che il mutuatario deve in concreto corrispondere alla Banca, si deve riconvertire in Euro il capitale residuo, come sopra calcolato, adottando il tasso di cambio esistente al momento dell’estinzione (c.d. “tasso di periodo”). Conseguentemente, per calcolare l’equivalente in Euro (al cambio attuale) del capitale residuo in Franchi Svizzeri di cui al primo punto è necessario dividere tale importo per il tasso di periodo.

6. Quindi, la banca sostiene la piena legittimità della clausola in questione ritenendola assolutamente chiara nell’esplicitazione dei due passaggi logici da seguire. In particolare, l’intermediario afferma che l’esplicazione dei passaggi logici in termini discorsivi è senz’altro più chiara per il consumatore della formula matematica che li traduce.

DIRITTO 

Il ricorso è meritevole di accoglimento per le seguenti ragioni.
In via preliminare occorre rilevare che i contratti di mutuo analoghi a quelli per cui è causa hanno formato oggetto di due decisioni del Collegio di coordinamento (nn. 7727/2014 e, poi, n. 4135/2015). La seconda decisione, in particolare, ha sancito la nullità della clausola contrattuale che disciplina l’estinzione anticipata, in quanto ha ritenuto che il meccanismo c.d. “di doppia conversione” ivi previsto sia contrario alle regole di trasparenza, correttezza ed equità, che presiedono allo svolgimento del rapporto tra professionisti e consumatori e questo Collegio si è pienamente conformato ai princìpi ivi affermati (da ultimo, Coll. Roma, dec. n. 6165/2016). Il contratto su cui verte l’odierna controversia è del tutto identico a quello che ha formato oggetto delle decisioni sopra richiamate. Si tratta, infatti, di un mutuo in euro indicizzato al Franco svizzero (cfr. contratto allegato), ossia di un mutuo la cui erogazione e le cui rate di rimborso sono regolate in euro ma la cui valuta di riferimento ai fini del calcolo delle rate è il Franco svizzero. Esso si caratterizza per il fatto che l’indicizzazione delle rate di rimborso dipende, oltre che dall’andamento del tasso di interesse convenzionale, anche dal tasso di cambio Franco svizzero/Euro. Nell’alea del contratto rientrano sia il rischio della fluttuazione del tasso di interesse (tipico di tutti i contratti di mutuo) sia quello connesso alla fluttuazione del citato tasso di cambio. Il meccanismo di indicizzazione previsto nel contratto di mutuo, cioè le modalità con le quali le variazioni dei tassi incidono sull’ammontare delle rate del mutuo, prevede “conguagli semestrali”. In particolare, mentre le rate mensili (in euro) rimangono costanti per tutto il periodo di ammortamento del prestito, in applicazione di tale meccanismo alla fine di ogni semestre viene calcolato il differenziale fra i tassi; ’importo (“positivo” o “negativo”) così rilevato genera un addebito o un accredito su un “conto di deposito fruttifero”. Quanto alle modalità di calcolo delle somme dovute all’intermediario in caso di estinzione anticipata del mutuo, la banca osserva che i conteggi rispecchiano fedelmente quanto riportato nelle condizioni contrattuali del rapporto in oggetto (cfr. art. 9 del contratto, all. al ricorso). Il procedimento previsto per il calcolo del capitale da rimborsare nel caso di estinzione anticipata del mutuo è agganciato alla sola variabile del tasso di cambio che viene applicato al capitale residuo. Il calcolo si articola in due fasi, e precisamente: in un primo momento, si converte in Franchi svizzeri il capitale residuo, applicando il tasso di cambio convenzionale adottato al momento della stipula del contratto; in un secondo momento, per calcolare la somma che il mutuatario deve in concreto corrispondere alla banca (somma che, evidentemente, viene corrisposta in Euro), si deve riconvertire in Euro il capitale residuo, come sopra calcolato, adottando il tasso di cambio esistente al momento dell’estinzione (c.d. “tasso di periodo”). Alla luce di quanto precede, questo Collegio ritiene di ribadire il contenuto della decisione già assunta dal Collegio di coordinamento n. 4135/2015, nel senso che il meccanismo della “doppia conversione” previsto dall’art. 9 del contratto, si pone in contrasto con le regole di trasparenza, correttezza ed equità previste dalla disciplina dei contratti dei consumatori. In particolare, la clausola in discorso non espone affatto le operazioni aritmetiche che devono essere eseguite al fine di realizzare la duplice conversione da una valuta all’altra e viceversa.

La clausola impugnata dal ricorrente deve dunque qualificarsi come nulla, ai sensi del combinato disposto degli artt. 33, comma 1 e 34, comma 2, e 36 del Codice del consumo (ovvero degli artt. 3, par. 1, e 4, par. 2, e 6, par. 1, dir. 93/13/CEE. Tale nullità non travolge l’intero contratto, ma si riverbera sulla determinazione del capitale residuo; quindi in caso di richiesta di estinzione anticipata la ricorrente dovrà restituire la differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite (queste ultime calcolate secondo l’indicizzazione contrattuale al Franco svizzero), senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 9 di cui è stata dichiarata la nullità.

P.Q.M. 

Il Collegio accerta la nullità dell’articolo 9 del contratto e per l’effetto dichiara che il capitale residuo da restituire deve essere determinato in misura pari alla differenza tra la somma mutuata e l’importo complessivo delle quote di capitale già restituite, calcolate secondo la contrattuale indicizzazione al franco svizzero, senza praticare la duplice conversione prevista dalla clausola nulla. Accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. 

Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario corrisponda alla Banca d’Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle 

spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. 

IL PRESIDENTE

Pietro Sirena

Dec-20170714-8471

Decisione N. 9338 del 27 luglio 2017 – Mutuo fondiario – Trasparenza – Interessi

Decisione N. 9338 del 27 luglio 2017

IL COLLEGIO DI ROMA 

composto dai signori:

(RM) MASSERA …………………… Presidente

(RM) MELI …………………………  Membro designato dalla Banca d'Italia

(RM) RECINTO ……………………. Membro designato dalla Banca d'Italia

(RM) CAPPIELLO …………………Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

(RM) RABITTI  ……………………. Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti

Relatore VINCENZO MELI

Nella seduta del 06/07/2017 dopo aver esaminato:

-  il ricorso e la documentazione allegata
-  le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione
-  la relazione della Segreteria tecnica

FATTO
Con ricorso pervenuto in data 19.09.2016, la ricorrente espone di aver stipulato nel 2003 un mutuo fondiario per la somma di € 113.700,00, con tasso d’interesse pari al libor franco svizzero a 6 mesi, aumentato di uno spread dell’1,60%.
Con conteggio estintivo dell’1.04.2016 il rapporto veniva estinto. La Banca forniva un conteggio in base al quale il residuo capitale di € 48.902,82 avrebbe dovuto essere rivalutato di € 17.580,03. Sostiene la ricorrente che tale esito non è conforme a quanto previsto contrattualmente, perché la banca ha applicato una metodologia errata di calcolo. Sostiene che l'art. 9 del contratto di mutuo, che prevede la suddetta rivalutazione, difetta di chiarezza, in quanto non è chiaro a quale delle due parti debba essere addossata la svalutazione dell’euro nel cambio. La Banca è anche venuta meno agli obblighi di trasparenza ed informazione, non avendo tra l’altro consegnato, in fase precontrattuale, alcun foglio informativo sull’elevata rischiosità del mutuo. Il testo contrattuale prevede che la rivalutazione vada effettuata sul capitale “restituito” e non sul debito residuo. Non può trovare pertanto applicazione il calcolo effettuato dall’intermediario, come peraltro più volte affermato dall’ABF (decisioni n. 4501/2011; 4039/2016; 809/2016; 5866/2015; 5874/2015).

Chiede che l’Arbitro accerti la nullità dell’art. 9 del contratto, che prevede la rivalutazione del debito residuo, e che il conteggio estintivo venga rideterminato in conformità dell’orientamento espresso dall’ABF e, quindi, senza operare la duplice conversione prevista dal citato art. 9.

Con le proprie controdeduzioni, l’intermediario, in via preliminare eccepisce l’incompetenza dell’ABF ratione temporis, sostenendo che la ricorrente contesta un vizio genetico del contratto stipulato nel 2003.
Nel merito chiede il rigetto del ricorso, in quanto infondato. Descrive innanzitutto le caratteristiche del contratto controverso. Si tratta di un contratto di mutuo in Euro indicizzato al Franco Svizzero. In altri termini, si tratta di un mutuo la cui erogazione e le cui rate di rimborso sono regolate in Euro, ma la cui valuta di riferimento ai fini del calcolo delle rate è il Franco Svizzero. Il contratto si caratterizza per il fatto che l’indicizzazione delle rate di rimborso dipende, oltre che dall’andamento del tasso di interesse convenzionale (LIBOR /FRANCO SVIZZERO SEI MESI), anche dal tasso di cambio Franco Svizzero/Euro, che deve quindi essere preso in considerazione per calcolare l’equivalente in Euro delle rate di rimborso. In sostanza, nell’alea del contratto stesso rientrano sia il rischio della fluttuazione del tasso di interesse (tipico di tutti i contratti di mutuo) sia quello connesso alla fluttuazione del tasso di cambio Franco Svizzero/Euro. Il meccanismo di indicizzazione previsto nel Contratto di Mutuo, cioè le modalità con le quali le variazioni dei tassi incidono sull’ammontare delle rate del mutuo, avviene mediante “conguagli semestrali”. In particolare, mentre le rate mensili (in euro) rimangono costanti per tutto il periodo di ammortamento del prestito in applicazione di tale meccanismo, alla fine di ogni semestre viene calcolato il differenziale fra i tassi e l’importo (“positivo” o “negativo”) rilevato genera un addebito o un accredito su un “conto di deposito fruttifero”. Il caso dell’estinzione anticipata è disciplinato dall’art. 9 del contratto, il quale prevede che “Ai fini del rimborso anticipato, il capitale residuo [residuo], nonché gli eventuali arretrati che fossero dovuti, verranno calcolati in FRANCHI SVIZZERI in base al tasso di cambio contrattualmente previsto, e successivamente verranno convertiti in Euro in base alla quotazione del tasso di cambio FRANCO SVIZZERO/EURO rilevato sulla pagina FYBK del circuito Reuter e pubblicato su ‘Il Sole 24 Ore’ nel giorno dell’operazione di rimborso”. Il procedimento previsto per il calcolo del capitale da rimborsare nel caso di estinzione anticipata si articola in due fasi, e precisamente:

a) in un primo momento, si converte in Franchi Svizzeri il capitale residuo, applicando il tasso di cambio convenzionale adottato al momento della stipula. Conseguentemente, per convertire in Franchi Svizzeri il capitale residuo, espresso in Euro, moltiplicare tale capitale residuo per il menzionato tasso di cambio convenzionalmente pattuito di cui sopra;

b) in un secondo momento, per calcolare la somma che il mutuatario deve in concreto corrispondere alla Banca (somma che, evidentemente, viene corrisposta in Euro), si deve riconvertire in Euro il capitale residuo, come sopra calcolato, adottando il tasso di cambio esistente al momento dell’estinzione (c.d. “tasso di periodo”). Conseguentemente, per calcolare l’equivalente in Euro (al cambio attuale) del capitale residuo in Franchi Svizzeri di cui al punto (a) è necessario dividere tale importo per il tasso di periodo.

Ciò premesso, l’intermediario precisa che:
- differentemente da quanto ritenuto dal Collegio di coordinamento dell’ABF, la clausola contestata è assolutamente chiara nell’esplicitare i due semplici passaggi logici che conducono alla conversione, ai fini del calcolo del capitale residuo;
- i ricorrenti hanno ricevuto adeguata e sufficiente informativa circa il contratto di mutuo e la sua tipologia;

- la clausola non è vessatoria, in quanto non si verifica alcuno squilibrio normativo tra le parti. Infatti, l’andamento del cambio può determinare un vantaggio come uno svantaggio per il cliente.

 

DIRITTO 

Il ricorso è meritevole di parziale accoglimento per le ragioni di seguito illustrate.
Non meritevole di considerazione è l’eccezione preliminare di irricevibilità del ricorso per incompetenza dell’ABF ratione temporis. In controversie simili a quella in esame, il Collegio di coordinamento (si vedano le decc. nn. 4135/15; 5855/15; 5866/15; 5874/15) ha ritenuto che “Nella specie la domanda principale proposta dal ricorrente riguarda i conteggi di anticipata estinzione del finanziamento di cui si tratta, i quali sono stati predisposti dalla resistente nel 2013 e contestati dalla ricorrente. Ne consegue che, trattandosi di operazioni e comportamenti successivi al 1° gennaio 2009, va affermata la competenza del Collegio arbitrale”.
Nel merito, il Collegio di coordinamento si è espresso nel 2015, con diverse pronunce (tra cui decc. nn. 4135/15; 5866/15; 5855/15; 5874/15), sulle questioni problematiche connesse ai mutui in euro indicizzati al franco svizzero (in particolare sulla validità della clausola relativa all’estinzione anticipata del mutuo). L’attuale controversia non sembrerebbe discostarsi dalle fattispecie già esaminate.
Nei casi precedenti, il Collegio di Coordinamento, nelle pronunce n. 4135/15; 5866/15; 5855/15; 5874/15, ha dichiarato la nullità di clausole sull’estinzione anticipata del rapporto con tenore simile a quella in esame, perché con esse l’intermediario avrebbe violato la fondamentale regola della trasparenza, cioè quella della obiettivamente agevole comprensibilità. In particolare, il Collegio di Coordinamento - richiamato l’orientamento della giurisprudenza di legittimità (si veda, ex plurimis, Cass. Sez. III, 8 agosto 2011, n. 17351) per cui “la necessità che le clausole contrattuali e i comportamenti delle parti contraenti siano conformi alle regole di correttezza, trasparenza ed equità e la violazione dei suddetti principi comporta la nullità delle clausole contrattuali che non li rispettano” e della Corte di Giustizia dell’Unione europea espresso nella sentenza del 30 aprile 2013 – ha affermato che “non sembra che la clausola in esame esponga in maniera trasparente il funzionamento concreto del meccanismo di conversione della valuta estera, nonché il rapporto tra tale meccanismo e quello prescritto da altre clausole relative all’erogazione del mutuo, cosicché essa, secondo quanto ritenuto dalla Corte di giustizia dell’Unione nella sentenza che è già stata più volte menzionata, sembra porsi in contrasto con l’art. 4, paragrafo 2, della direttiva 93/13/CEE (ovvero con l’art. 34, 2° comma, cod. cons.), oltre che contro il predetto orientamento della Corte di Cassazione. Infatti, come si detto, detta clausola contrattuale prospetta che gli importi già restituiti o ancora dovuti dal mutuatario siano dapprima convertiti in franchi svizzeri al “tasso di cambio convenzionale”, e l’importo così ottenuto sia poi riconvertito in euro al tasso di cambio corrente, ma non espone affatto le operazioni aritmetiche che debbano essere eseguite al fine di realizzare tale duplice conversione da una valuta all’altra (e viceversa)”.
Con riguardo alle conseguenze della declaratoria di nullità della clausola del contratto in materia di estinzione anticipata, si rileva che, nei casi simili, il Collegio di coordinamento ha disposto che “posto che il calcolo proposto dal ricorrente non si presenta tecnicamente corretto, il capitale residuo che egli dovrà restituire sarà pari alla differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite (queste ultime calcolate secondo la contrattuale indicizzazione al Franco Svizzero), senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 7 di cui è stata dichiarata la nullità”.

Non si accoglie la domanda di rimborso delle spese per l’assistenza professionale, in quanto essa non è stata formulata con il reclamo.

P.Q.M. 

Il Collegio dichiara la nullità dell’art. 9 del contratto stipulato tra le parti e accerta che il capitale residuo dovuto dalla parte ricorrente, a titolo di estinzione anticipata, è pari alla differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite. 

Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario corrisponda alla Banca d’Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla parte ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. 

IL PRESIDENTE

Maurizio Massera

Dec-20170727-9338

Anteprima ABF: Decisione n. 17733/17 del 22.12.2017 – Collegio di Milano

COLLEGIO DI MILANO 

composto dai signori:

(MI) LAPERTOSA………….... Presidente

(MI) ORLANDI ………………  Membro designato dalla Banca d'Italia

(MI) SANTONI ………………. Membro designato dalla Banca d'Italia

(MI) SPENNACCHIO  ……… Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

(MI) TINA  …………….........… Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti

Relatore ESTERNI - MAURO ORLANDI

Nella seduta del 12/09/2017 dopo aver esaminato:

-  il ricorso e la documentazione allegata
-  le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione
-  la relazione della Segreteria tecnica

FATTO
Parte ricorrente è titolare di un mutuo ipotecario in franchi svizzeri erogato dalla convenuta. Chiesto un conteggio al fine di valutare l’eventuale estinzione o la rinegoziazione, essa si duole che l’importo del capitale residuo necessario per l’estinzione risulti superiore a quanto dovuto a causa della conversione in franchi svizzeri. Riferisce di avere formulato reclamo nei confronti dell’intermediario senza tuttavia aver ottenuto la documentazione richiesta ovvero risposte soddisfacenti. esposte Parte ricorrente sostiene che la clausola relativa alla doppia conversione ai fini del rimborso anticipato non “esponga in maniera trasparente il funzionamento concreto del meccanismo di conversione in valuta estera nonché il rapporto tra tale meccanismo e quello prescritto da altre clausole relative all’erogazione del mutuo” e pertanto sembra, tra le altre cose, porsi in contrasto con l’articolo 34, comma 2, del Codice del consumo. Inoltre, la parte ricorrente chiede la corretta interpretazione della clausola relativa al deposito fruttifero contenuta nel medesimo contratto e, nello specifico, lamenta che “ai fini della corretta determinazione del dovuto dovrà ritenersi pacifico che le somme depositate sul conto deposito dovranno essere detratte dal capitale residuo prima che il medesimo venga indicizzato e non successivamente” come da prassi da parte dell’intermediario.

A seguito del riscontro negativo dell’intermediario, parte ricorrente si è rivolta all’ABF. L’intermediario formula in linea preliminare eccezione di incompetenza ratione temporis dell’Arbitro, poiché parte ricorrente lamenta comportamenti che sono stati posti in essere in un momento antecedente rispetto al gennaio 2009.

Nel merito, segnala come la clausola controversa non sia “neppure stata concretamente applicata”; conseguentemente le contestazioni di parte ricorrente atterrebbero “esclusivamente al momento genetico della formazione del contratto”, stipulato nel 2006 e quindi fuori dal periodo di competenza temporale dell’ABF.

Si tratta in ogni caso di un finanziamento in Euro... “la cui valuta di riferimento ai fini del calcolo delle rate è il Franco Svizzero”. Si dà qui luogo alla conversione del capitale residuo in CHF secondo il tasso al momento della stipula e successiva rivalutazione al “tasso di periodo”, ovvero quello in vigore al momento della conversione, meccanismo dei “conguagli semestrali” e conseguente addebito o accredito su apposito rapporto di deposito fruttifero. La piena legittimità del mutuo fondiario in valuta estera alla luce della è confermata dalla giurisprudenza, giacché l’andamento del Franco Svizzero può concretizzarsi in uno svantaggio ma anche in un vantaggio per il cliente e controbattuto ai rilievi attorei circa l’asserito difetto di informativa nella fase precontrattuale e contrattuale. Quanto alla detraibilità del saldo attivo sul conto deposito nell’ipotesi di estinzione, ha sostenuto che alla luce dei meccanismi di indicizzazione indicati la provvista depositata nel rapporto di deposito fruttifero non è “nemmeno logicamente” assimilabile al capitale residuo, atteso che “la prima è già stata utilizzata ai valori semestrali dei parametri di indicizzazione, e non necessita di alcuna rivalutazione o autorizzazione al momento dell’estinzione, mentre il secondo, per converso, deve ancora essere autorizzato al corrispondente valore in euro al momento dell’estinzione.

DIRITTO 

Giova affrontare in linea preliminare l’eccezione di incompetenza temporale sollevata dall’intermediario. Secondo espressa previsione regolamentare, la competenza arbitrale è circoscritta ai ricorsi aventi ad oggetto operazioni o comportamenti successivi al 1 gennaio 2009. La controversia sottoposta alla cognizione del Collegio riguarda la correttezza del conteggio estintivo svolto dalla Banca, in applicazione del metodo di calcolo previsto dall’art. 9 del contratto. Non già il mero accertamento di una nullità originaria del contratto dello stesso; bensì il corretto criterio di determinazione della somma, dovuta a seguito dell’estinzione anticipata del rapporto.

Si tratta in questo caso di accertamento del debito residuo, dovuto in caso di estinzione anticipata. Risulta in atti come la richiesta di estinzione sia stata formulata ai fini della surrogazione di un altro istituto bancario; al ricorso sono allegati i conteggi estintivi elaborati dall’intermediario a seguito della richiesta di surroga. Ne discende l’infondatezza dell’eccezione d’incompetenza.

Nel merito, la controversia ruota introno all’art. 7 del contratto. Recita la clausola: “Ai fini del rimborso anticipato, il capitale restituito, nonché gli eventuali arretrati che fossero dovuti, verranno calcolati in Franchi Svizzeri in base al “tasso di cambio convenzionale”, e successivamente verranno convertiti in Euro in base alla quotazione del tasso di cambio Franco Svizzero-Euro rilevato sulla pagina FXBK del circuito Reuter e pubblicato su “il sole 24 Ore” nel giorno dell’operazione di rimborso”.

Sono così previste due operazioni: dapprima il calcolo del capitale residuo in Franchi Svizzeri sulla base del tasso convenzionale di cambio adottato al momento della stipula;

successivamente tale cifra verrà convertita in Euro sulla base del tasso di cambio esistente al momento dell’estinzione, subendo il cliente la doppia alea della duplice conversione del capitale residuo.
Su tale clausola si è analiticamente pronunciato il Collegio di Coordinamento con decisione n. 5866/2015, con iter argomentativo affatto condivisibile. Il Collegio di coordinamento reputa che la clausola “non esponga in maniera trasparente e inequivoca il meccanismo di calcolo applicabile in occasione dell’estinzione anticipata; tutto ciò in contrasto con la disciplina prevista dalla direttiva 93/13/CEE (recepita dall’ordinamento nazionale attraverso l’adozione del Codice del Consumo). Secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la violazione del principio di trasparenza, di cui all’art.4, paragrafo 2 della direttiva sopra citata, fa sì che la clausola di cui si tratta sia valutata come abusiva ai sensi dell’art.3, paragrafo 1 della stessa, laddove “malgrado il requisito della buona fede, si determini un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi delle parti derivanti dal contratto”.

Il Collegio di Coordinamento rileva la nullità – rilevabile officiosamente – della clausola contrattuale ai sensi dell’art. 36 cod. cons. Sulla stessa linea anche la Corte Suprema, secondo cui la violazione della fondamentale regola della trasparenza determina nullità della clausola (Cass. Sez. III, 8 agosto 2011, n.17351).

Dalla nullità discendono corollari di disciplina, segnalati dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, secondo cui «L’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 93/13 – afferma la Corte - deve essere interpretato nel senso che, [...] ove un contratto concluso tra un professionista e un consumatore non può sussistere dopo l’eliminazione di una clausola abusiva, tale disposizione non osta a una regola di diritto nazionale che permette al giudice nazionale di ovviare alla nullità della suddetta clausola sostituendo a quest’ultima una disposizione di diritto nazionale di natura suppletiva».

Il Collegio di coordinamento ha chiarito che, tenuto anche conto della Giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, alla nullità di una clausola abusiva ai sensi dell’art. 36 cod. cons. consegue l’applicazione della norma di diritto dispositivo alla quale il predisponente aveva inteso derogare a proprio vantaggio (sentenza n. 3995 del 24 giugno 2014). Nel caso di specie, il già menzionato art. 125-sexies, 1° comma, T.U.B.. (corrispondente all’art. 16, paragrafo 1, della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/CEE) così statuisce: «Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore». Su questa linea si colloca l’insegnamento della Suprema Corte (confronta Cass. Sez. I 10 settembre 2013, n. 20686), secondo cui l’accertata nullità della clausola concernente le modalità del calcolo degli interessi non travolge il contratto, ma impone al giudice un nuovo calcolo degli stessi.

Il caso va, dunque, deciso alla stregua dei principi sopra esposti.
Posta la nullità della clausola e tenuto conto del principio nominalistico di cui all’art. 1277, 1° comma, c.c., l’intermediario dovrà svolgere il conteggio della anticipata estinzione del finanziamento applicando i principi sopra enunciati. In particolare posto che il calcolo proposto dal ricorrente non risulta tecnicamente corretto, il capitale residuo che egli dovrà restituire sarà pari alla differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite, queste ultime calcolate secondo la indicizzazione contrattuale al Franco Svizzero, senza praticare la duplice conversione prevista dalla clausola contrattuale nulla. Ogni altra domanda o eccezione rimane assorbita.

PER QUESTI MOTIVI 

Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso ai sensi di cui in motivazione.
Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario corrisponda alla Banca d’Italia la somma di € 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla parte ricorrente la somma di € 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. 

IL PRESIDENTE

Flavio Lapertosa

Anteprima ABF: Decisione n. 17733/17 del 22.12.2017 - Collegio di Milano

Decisione N. 8866 del 24 luglio 2017 – Mutuo – In valuta – Contratti bancari in genere – Nullità delle clausole – Credito ai consumatori – Estinzione anticipata

Decisione N. 8866 del 24 luglio 2017

COLLEGIO DI PALERMO 

composto dai signori:

(PA) MAUGERI............. Presidente

(PA) MIRONE ...............Membro designato dalla Banca d'Italia

(PA) CIRAOLO ............ Membro designato dalla Banca d'Italia

(PA) DE LUCA ................ Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

(PA) CAMBOA ................ Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti

Relatore AURELIO MIRONE
Nella seduta del 09/06/2017 dopo aver esaminato:

-  il ricorso e la documentazione allegata

-  le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione

-  la relazione della Segreteria tecnica

FATTO
Il ricorrente stipulava in data 31.05.2007 un contratto di mutuo fondiario in Euro, indicizzato al Franco Svizzero. In relazione a detto contratto, chiedeva all’intermediario agli inizi del 2016, il conteggio informativo, per un’eventuale estinzione anticipata del mutuo. In data 04.02.2016, in riscontro a tale richiesta l’intermediario richiedeva l’importo di € 86.379,87 di rivalutazione in aggiunta al capitale residuo, senza neppure indicare il totale del capitale da estinguere.
Da un confronto tra l’anzidetto conteggio ed il contratto di mutuo, non ravvisandovi corrispondenza, il ricorrente inviava formale reclamo, in esito al quale i rilievi svolti rimanevano del tutto insoddisfatti. Nello specifico il ricorrente lamenta il fatto che dal conteggio informativo predisposto dall’intermediario non sarebbe dato comprendere: dove vengono usati i termini “indicizzazione valutaria, finanziaria” e “rivalutazione” all’interno del contratto di mutuo; come vengono applicate le formule; la posizione debitoria in CHF della banca in relazione al contratto di mutuo; la corrispondenza tra i fogli informativi (peraltro dal medesimo non firmati) ed il contenuto del mutuo; come mai l’art. 3 del contratto (termini e modalità di rimborso) non riporti la dicitura “mutuo in valuta” o corrispettivi in CHF ed i piani di ammortamento riportino solo somme in Euro; come mai nelle proposte commerciali dell’intermediario l’accettazione di una qualsiasi variazione contrattuale comporti la rinuncia ad azioni giudiziali o stragiudiziali nei confronti della banca relative a domande o pretese connesse al presente contratto. Il ricorrente evidenzia inoltre che la decisione del 30/04/2013 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-26/2013), intervenendo sul tema dei mutui indicizzati in franchi svizzeri, ha stabilito importanti principi in materia di trasparenza e di nullità.

Insoddisfatto dell’esito del reclamo, il ricorrente si rivolge dunque all’ABF chiedendo al Collegio di obbligare l’intermediario a rispondere alle domande del reclamo e a procedere all’invio dei documenti informativi firmati; di verificare se vi è corrispondenza o meno tra il calcolo effettuato dalla banca per l’estinzione anticipata e quanto previsto dal contratto firmato; di verificare se la clausola contrattuale sull’estinzione è da intendersi redatta in modo chiaro e comprensibile e se il contratto espone in maniera trasparente il funzionamento concreto del meccanismo di conversione della valuta estera al quale si riferisce la clausola stessa, nonché il rapporto fra tale meccanismo e quello prescritto da altre clausole relative all’erogazione del muto, in modo da consentire al contraente di valutarne in maniera in equivoca le conseguenze economiche; di dichiarare la nullità parziale dello stesso, per la parte relativa alle clausole dell’estinzione anticipata/conversione del mutuo, in conformità anche con la giurisprudenza di legittimità che ha più volte affermato la necessità che le clausole contrattuali e i comportamenti delle parti siano conformi alle regole di correttezza, trasparenza ed equità e che la violazione dei suddetti principi comporta la nullità delle clausole in discorso.

Costituitosi ritualmente, l’intermediario eccepisce, in via preliminare, la irricevibilità del ricorso per incompetenza ratione temporis del Collegio, atteso che non essendosi perfezionata l’estinzione anticipata del contratto, non sarebbe stata neppure applicata la clausola controversa, con la conseguenza che la domanda di parte ricorrente afferisce esclusivamente al momento genetico del contratto (stipulato nel 2007) e non sussiste alcun comportamento contestato successivo al gennaio 2009.

Nel merito, a titolo di sintetico riepilogo delle caratteristiche del contratto in questione, precisa che l’oggetto del contratto è un mutuo in Euro indicizzato al Franco Svizzero (come risulta chiaramente dall’art. 4 del contratto), ossia un mutuo la cui erogazione e le cui rate di rimborso sono regolate in Euro, ma la cui valuta di riferimento ai fini del calcolo delle rate è il Franco Svizzero; in altre parole, il contratto si caratterizzerebbe per il fatto che l’indicizzazione delle rate di rimborso dipende, oltre che dall’andamento del tasso di interesse (LIBOR), anche dal tasso di cambio Franco Svizzero/Euro (che deve quindi essere preso in considerazione per calcolare l’equivalente in Euro delle rate di rimborso); nell’alea del contratto rientrano, pertanto, oltre al rischio della fluttuazione del tasso di interesse (tipico di tutti i contratti di mutuo), anche quello connesso alla fluttuazione del tasso di cambio Franco Svizzero/Euro; il meccanismo di indicizzazione previsto nel contratto di mutuo, avviene mediante “conguagli semestrali”, come esplicato all’art. 4 del contratto; in particolare, mentre la rata mensile (in Euro) è convenzionalmente pattuita costante secondo il piano di ammortamento allegato (calcolato sulla base del tasso interesse convenzionale e del tasso di cambio convenzionale), sono fatti salvi gli aggiustamenti effettuati periodicamente sulla base dei menzionati conguagli: al termine di ogni semestre, infatti, la Banca determina la differenza tra i tassi (di interesse e di cambio) convenzionali e i tassi reali rilevati sul mercato l’ultimo giorno di ogni semestre. L’importo così rilevato genera un conguaglio (positivo o negativo) da accreditare ovvero da addebitare su un “conto di deposito fruttifero”, appositamente acceso presso la banca a nome della stessa parte mutuataria.

Quanto al procedimento previsto per il calcolo del capitale da rimborsare in caso di estinzione anticipata del mutuo, previsto dall’art. 7 del contratto, l’intermediario evidenzia che lo stesso si articola in due fasi, e precisamente: a) in un primo momento, si converte in Franchi Svizzeri il capitale residuo espresso in Euro nel piano di ammortamento allegato al mutuo, applicando il tasso di cambio convenzionale adottato al momento della stipula [ossia moltiplicando tale capitale residuo per il menzionato tasso di cambio; b) in un secondo momento, per calcolare la somma che il mutuatario deve in concreto corrispondere alla Banca (somma corrisposta in Euro), si deve riconvertire in Euro il capitale residuo, come sopra calcolato, adottando il tasso di cambio attuale esistente al momento dell’estinzione, c.d. “tasso di periodo”.

L’operazione di prestito è pertanto agganciata alla sola variabile del tasso di cambio Franco Svizzero/Euro, in quanto si applica al capitale residuo; ne deriverebbe che, attesa l’indicizzazione del capitale al Franco Svizzero, qualora il tasso di cambio vigente al momento dell’estinzione sia sfavorevole rispetto al “tasso di cambio convenzionale” (cioè nel caso in cui il Franco Svizzero si sia apprezzato sull’Euro), l’equivalente in Euro del capitale residuo da rimborsare sarà maggiore dell’equivalente in Euro previsto dal piano di ammortamento (come avvenuto nel caso in esame); la provvista depositata nel rapporto di deposito, in quanto già attualizzata ai valori semestrali dei parametri di indicizzazione, non necessiterebbe di rivalutazione al momento dell’estinzione; risulterebbe pertanto inconferente, oltreché inutile e illogica, la richiesta del ricorrente, ai fini della determinazione dell’importo da restituire al momento dell’estinzione anticipata, di decurtare dal capitale residuo il saldo attivo del conto di deposito, prima di calcolare la rivalutazione, non consentendo, tale operazione, di convertire il capitale residuo all’attuale valore in Euro.

Quanto all’asserita opacità della clausola determinativa delle modalità di estinzione, l’intermediario afferma che la stessa deve ritenersi chiara nell’esplicitazione dei due passaggi logici da seguire per il calcolo del capitale residuo dovuto dal mutuatario in caso di estinzione anticipata del prestito: invero, l’esplicitare i passaggi logici in termini discorsivi renderebbe anzi più chiaro ed intellegibile al consumatore medio (ma anche a quello più avveduto) il meccanismo di funzionamento rispetto alla sua eventuale trascrizione mediante formule matematiche;

Sull’asserita mancanza di trasparenza precontrattuale, viene osservato che il ricorrente, oltre all’adeguata informativa precontrattuale (foglio informativo) e a quella contrattuale, ha avuto piena consapevolezza delle principali caratteristiche del mutuo (con particolare riferimento ai meccanismi di indicizzazione e di rivalutazione in caso di estinzione anticipata) con nota del 01/03/2013 e, quindi, con nota del 26/03/2015, le quali hanno recepito con anticipo quelli che sarebbero stati i contenuti della giurisprudenza del Collegio di Coordinamento; tali note, infatti, contenevano sia le operazioni aritmetiche da seguire per procedere alla duplice conversione da una valuta all’altra, sia la spiegazione dell’esatto significato della clausola determinativa della rivalutazione (e ciò accadeva già prima che la parte ricorrente chiedesse il conteggio informativo).

In merito all’asserita vessatorietà della clausola determinativa delle modalità di estinzione anticipata, l’intermediario non ritiene applicabili tout court degli artt. 33 e 36 del codice del consumo al caso di specie, posto che le clausole contrattuali di indicizzazione non determinano alcuno squilibrio tra le parti in quanto l’andamento del Franco svizzero può concretizzarsi in uno svantaggio ma anche in un vantaggio per il cliente; ad ulteriore conferma dell’assenza di squilibrio tra le parti, precisa che la valutazione di vessatorietà va effettuata con riferimento alle circostanze esistenti al momento della conclusione del contratto (e non postume, come quelle richiamate dal ricorrente) e con riferimento alle altre clausole del contratto medesimo;

Parte resistente contesta, infine, la decisione del Collegio di Coordinamento n. 4135/15, atteso che il meccanismo determinativo della rivalutazione risulta chiaro nell’esplicitare i passaggi logici previsti per il calcolo del capitale residuo in caso di estinzione anticipata, nonché il richiamo effettuato dal ricorrente alla decisione della Corte di Giustizia Europea in quanto resa su una fattispecie del tutto diversa e dunque non pertinente, giacché nel caso di specie non si controverte della chiarezza della clausola sul piano economico, bensì sul piano prettamente formale.

Per le ragioni di cui sopra, l’intermediario chiede al Collegio, in via preliminare di dichiarare, il ricorso inammissibile ed in subordine di rigettarlo nel merito in quanto infondato.

DIRITTO 

Il Collegio preliminarmente ritiene di rigettare l’eccezione di incompetenza temporale, osservando che la richiesta di conteggio informativo è stata presentata dal ricorrente agli inizi del 2016, e che pertanto si applica il costante orientamento dell’Arbitro, secondo cui non rileva, al riguardo, la data di conclusione del contratto (vedi, ex multis, Coll. Coordinamento, decisione n. 5855/2016).

Nel merito, il Collegio richiama il proprio uniforme orientamento (vedi Collegio di coordinamento, decisioni nn. 5866/2015; 5855/2015, 5874/2015; 7727/2014) in materia, riportandosi a quanto già deciso in fattispecie analoghe:

1- L’oggetto della controversia attiene all’accertamento del corretto metodo di calcolo previsto dall’art. 7 del contratto stipulato tra le parte, predisposto dall’intermediario e contestato dal ricorrente. Tuttavia è indubbio che essa non possa essere decisa prescindendo dalla verifica della legittimità ed efficacia della clausola medesima, che costituisce la base normativa giustificatrice del suddetto calcolo. 

2-La norma contrattuale in esame prevede, in caso di richiesta di estinzione anticipata, che l’importo del capitale residuo vada prima convertito in franchi svizzeri al tasso di cambio convenzionale fissato nel contratto e successivamente riconvertito in euro al cambio franco svizzero/euro rilevato il giorno del rimborso. Il procedimento seguito dall’intermediario per calcolare il capitale da rimborsare a seguito della richiesta di estinzione anticipata del mutuo è agganciata alla sola variabile del tasso di cambio in quanto si applica al capitale residuo con la conseguenza che, attesa l’indicizzazione del capitale al Franco Svizzero, poiché nel caso di specie il tasso di cambio vigente al momento dell’estinzione era sfavorevole rispetto al “tasso di cambio convenzionale” di erogazione del capitale (cioè si è verificato un apprezzamento del Franco Svizzero sull’Euro), l’equivalente in Euro del capitale residuo da rimborsare risulta maggiore dell’equivalente in Euro previsto dal piano di ammortamento. Il suddetto calcolo si è, dunque, articolato in due fasi: dapprima il capitale residuo è stato convertito in Franchi Svizzeri applicando il tasso convenzionale di cambio adottato al momento della stipula; poi è stata calcolata la somma (in Euro) dovuta dal mutuatario per estinguere il debito riconvertendo in Euro il capitale residuo adottando il tasso di cambio esistente al momento dell’estinzione. In tal modo il cliente dovrebbe subire la doppia alea della duplice conversione del capitale residuo, prima in Franchi Svizzeri al tasso convenzionale e poi in Euro al tasso di periodo. 

3- La giurisprudenza di legittimità ha ripetutamente affermato (confronta ex plurimis Cass. Sez. III, 8 agosto 2011, n. 17351) la necessità che le clausole contrattuali e i comportamenti delle parti contraenti siano conformi alle regole di correttezza, trasparenza ed equità e che la violazione dei suddetti principi comporta la nullità delle clausole contrattuali che non li rispettano. 

 

4- Non sembra che la clausola in esame «esponga in maniera trasparente il funzionamento concreto del meccanismo di conversione della valuta estera», nonché «il rapporto tra tale meccanismo e quello prescritto da altre clausole relative all’erogazione del mutuo», cosicché essa, secondo quanto ritenuto dalla Corte di giustizia dell’Unione nella sentenza che è già stata più volte menzionata, sembra porsi in contrasto con l’art. 4, paragrafo 2, della direttiva 93/13/CEE (ovvero con l’art. 34, 2° comma, cod. cons.), oltre che contro il predetto orientamento della Corte di Cassazione. Infatti, come si detto, detta clausola contrattuale si limita a prospettare che gli importi già restituiti o ancora dovuti dal mutuatario siano dapprima convertiti in franchi svizzeri al “tasso di cambio convenzionale”, e l’importo così ottenuto sia poi riconvertito in euro al tasso di cambio corrente, ma non espone affatto le operazioni aritmetiche che debbano essere eseguite al fine di realizzare tale duplice conversione da una valuta all’altra (e viceversa). 

5-Secondo la già menzionata sentenza della Corte di giustizia, la violazione del principio di trasparenza di cui all’art. 4, paragrafo 2, della direttiva 93/13/CEE fa sì che la clausola di cui si tratta possa essere valutata come abusiva ai sensi dell’art. 3, paragrafo 1, della medesima direttiva, laddove «malgrado il requisito della buona fede, [determini] un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi delle parti derivanti dal contratto». Com’è noto, l’art. 3, paragrafo 1, della direttiva 93/13/CEE è stato attuato nell’ordinamento giuridico italiano mediante l’art. 33, 1° comma, cod. cons., la cui differente formulazione letterale non è significativa ai fini del presente giudizio. In quanto abusiva, la clausola contrattuale di cui si tratta è pertanto suscettibile di essere dichiarata ex officio nulla, ai sensi dell’art. 36 cod. cons. (corrispondente all’art. 6, paragrafo 1, della direttiva 93/13/CEE). 

6- Parimenti, secondo il menzionato orientamento della Corte Suprema la violazione della fondamentale regola della trasparenza, quindi della obiettivamente agevole comprensibilità, comporta la nullità della clausola. 

7- Ciò posto, è peraltro necessario stabilire quali conseguenze produca nel rapporto contrattuale tra le parti del presente giudizio la nullità della clausola che è stata sopra esaminata, dal momento che il suddetto rapporto deve comunque essere regolato. Per quanto qui rileva, la menzionata sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea ha così deciso: «L’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 93/13 deve essere interpretato nel senso che, [...] ove un contratto concluso tra un professionista e un consumatore non può sussistere dopo l’eliminazione di una clausola abusiva, tale disposizione non osta a una regola di diritto nazionale che permette al giudice nazionale di ovviare alla nullità della suddetta clausola sostituendo a quest’ultima una disposizione di diritto nazionale di natura suppletiva». Peraltro, e sia pure con specifico riguardo alla manifesta eccessività degli interessi moratori, il Collegio di coordinamento di questo Arbitro ha chiarito che, tenuto anche conto della Giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, alla nullità di una clausola abusiva ai sensi dell’art. 36 cod. cons. consegue l’applicazione della norma di diritto dispositivo alla quale il predisponente aveva inteso derogare a proprio vantaggio (sentenza n. 3995 del 24 giugno 2014). Nel caso di specie, il già menzionato art. 125-sexies, 1° comma, T.U.B.. (corrispondente all’art. 16, paragrafo 1, della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/CEE) così statuisce: «Il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore». 

8- In armonia con la Corte di Giustizia si pone l’insegnamento della Suprema Corte, secondo cui (confronta Cass. Sez. I 10 settembre 2013, n. 20686) l’accertata nullità della clausola concernente le modalità del calcolo degli interessi non travolge il contratto, ma impone al giudice un nuovo calcolo degli stessi. 

 

9- Il caso di specie va, dunque, deciso alla stregua dei principi sopra esposti. Pertanto, ribadita la nullità della clausola contenuta nell’art. 7 del contratto stipulato tra le parti del presente giudizio e tenuto conto del principio nominalistico di cui all’art. 1277, 1° comma, c.c., l’intermediario dovrà effettuare il conteggio dell’anticipata estinzione del finanziamento di cui si tratta applicando i principi sopra enunciati. In particolare posto che il calcolo proposto dal ricorrente non risulta tecnicamente corretto, il capitale residuo che egli dovrà restituire sarà pari alla differenza tra la somma mutuata (180.000,00 euro) e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite (queste ultime calcolate secondo la contrattuale indicizzazione al Franco Svizzero), senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 7 di cui è stata dichiarata la nullità”.

In ispecie, le previsioni di cui agli artt. 7 e 7-bis del contratto, rispondono esattamente alle fattispecie decise dalla citata giurisprudenza, con conseguente nullità delle relative previsioni.

Per tali ragioni, si deve disporre che l’intermediario, a correzione e sostituzione del conteggio estintivo già rilasciato, comunichi un nuovo conteggio estintivo, attenendosi alle regole e ai principi esposti nella massima sopra riportata.

In particolare, il capitale residuo che il ricorrente dovrà restituire sarà pari alla differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite (queste ultime calcolate secondo la contrattuale indicizzazione al Franco Svizzero), senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 7 di cui viene dichiarata la nullità.

Deve invece dichiararsi la cessazione della materia del contendere, relativamente alla contestazione sulla mancata risposta alle domande avanzate in sede di reclamo ed al mancato invio dei documenti informativi precontrattuali firmati, avendo sul punto l’intermediario prodotto la relativa documentazione in sede di controdeduzioni.

P.Q.M. 

Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi e per gli effetti di cui in motivazione.
Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario corrisponda alla Banca d’Italia la somma di € 200,00 quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente la somma di € 20,00 quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso
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IL PRESIDENTE

Maria Rosaria Maugeri

Dec-20170724-8866

Anteprima: Decisione n. 16605/2017 del 13.12.2017 – Collegio di Milano

Continua la raccolta di decisioni favorevoli al mutuatario... In attesa che il sito dell'Arbitro Bancario Finanziario venga nuovamente aggiornato, vi postiamo un'altra anteprima con cui viene dichiarato nullo l'articolo relativo all'estinzione anticipata del mutuo in EURO indicizzato al Franco Svizzero erogato da Barclays Bank PlC.

Si ringrazia il Collegio di Milano per la decisione assunta e i nostri soci/mutuatari che ci tengono costantemente aggiornati.

Buona lettura,

Anteprima: Decisione n. 16605/2017 del 13.12.2017 - Collegio di Milano

Anteprima ABF: Decisione 16434/2017 del 07.12.2017 – Collegio di Roma

COLLEGIO DI ROMA 

composto dai signori:

Presidente  …………… (RM) MASSERA

Membro designato dalla Banca d'Italia ……….  (RM) GRECO

Membro designato dalla Banca d'Italia ………..   (RM) SCIUTO

Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari ………  (RM) NERVI

Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti ……………(RM) PETRILLO

Relatore ESTERNI - CHIARA PETRILLO

Nella seduta del 22/06/2017 dopo aver esaminato:

-  il ricorso e la documentazione allegata
-  le controdeduzioni dell’intermediario e la relativa documentazione
-  la relazione della Segreteria tecnica

FATTO
Con ricorso del 7.10.2016 il ricorrente narra di aver stipulato con la resistente nel 2008 un mutuo in franchi svizzeri, contesta la correttezza e la legittimità del conteggio estintivo richiesto nel febbraio 2016 e chiede, in sostanza, che il Collegio ABF dichiari la nullità della clausola contrattuale circa l’estinzione anticipata.
Con le proprie controdeduzioni l’intermediario eccepiva l’incompetenza ratione temporis di questo Arbitro e affermava la piena legittimità della fattispecie del mutuo fondiario in valuta estera, deducendo di aver calcolato correttamente l’importo dovuto in caso di estinzione anticipata.

DIRITTO
1. L’eccezione di incompetenza ratione temporis sollevata dall’intermediario per afferire la controversia esclusivamente al momento genetico del contratto, che è stato stipulato nel 2008, non merita accoglimento.
Al riguardo si rileva che il Collegio di Coordinamento dell’ABF si è più volte occupato di controversie simili a quella attuale e, con riguardo alla competenza temporale, ha
affermato la propria competenza qualora la contestazione fosse relativa al momento della richiesta del conteggio estintivo/estinzione anticipata e non al momento di stipula del rapporto.
Nel caso di specie la richiesta di conteggio estintivo è del febbraio del 2016. Trattandosi di un comportamento successivo al 2009 non sembrerebbero esservi dubbi circa la competenza temporale del Collegio sull’odierna controversia.

2. La questione di diritto sottoposta dal ricorrente all’ABF è stata già decisa dal Collegio di Coordinamento, dalla statuizione del quale questo Collegio territoriale non vede ragione per discostarsi.
Con decisione n. 5855 del 29 luglio 2015, nei confronti del medesimo intermediario convenuto e su analogo schema contrattuale da questo predisposto, il Collegio di Coordinamento ha infatti statuito che “Non sembra che la clausola in esame «esponga in maniera trasparente il funzionamento concreto del meccanismo di conversione della valuta estera», nonché «il rapporto tra tale meccanismo e quello prescritto da altre clausole relative all’erogazione del mutuo», cosicché essa, secondo quanto ritenuto dalla Corte di giustizia dell’Unione nella sentenza che è già stata più volte menzionata, sembra porsi in contrasto con l’art. 4, paragrafo 2, della direttiva 93/13/CEE (ovvero con l’art. 34, 2° comma, cod. cons.), oltre che contro il predetto orientamento della Corte di Cassazione. Infatti, come si detto, detta clausola contrattuale prospetta che gli importi già restituiti o ancora dovuti dal mutuatario siano dapprima convertiti in franchi svizzeri al “tasso di cambio convenzionale”, e l’importo così ottenuto sia poi riconvertito in euro al tasso di cambio corrente, ma non espone affatto le operazioni aritmetiche che debbano essere eseguite al fine di realizzare tale duplice conversione da una valuta all’altra (e viceversa). ... In armonia con la Corte di Giustizia si pone l’insegnamento della Suprema Corte, secondo cui (confronta Cass. Sez. I, 10 settembre 2013, n. 20686) l’accertata nullità della clausola concernente le modalità del calcolo degli interessi non travolge il contratto, ma impone al giudice un nuovo calcolo degli stessi

La clausola contrattuale prevista dall’art. 7 è quindi da ritenersi nulla e, per quanto concerne il caso di specie, inapplicabile in sede di estinzione anticipata del contratto.
In considerazione di ciò condivisibile è anche il criterio di calcolo del capitale residuo che il ricorrente è tenuto a restituire al momento della estinzione anticipata del contratto di mutuo individuato dal Collegio di Coordinamento come segue: “il capitale residuo che il ricorrente dovrà restituire sarà pari alla differenza tra la somma mutuata ... e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite (queste ultime calcolate secondo la contrattuale indicizzazione al Franco Svizzero), senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 7 di cui è stata dichiarata la nullità”. 

Trattandosi, come si è già evidenziato, di analogo schema contrattuale e non essendo stata dedotta alcuna circostanza che possa indurre nel caso di specie ad una diversa valutazione, non vi è alcuna ragione per discostarsi dalla decisione assunta dal Collegio di Coordinamento.

Ne consegue che l’intermediario convenuto è tenuto a rideterminare gli importi dovuti dal ricorrente in sede di estinzione anticipata come differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote già restituite (indicizzate, queste, al franco svizzero) senza praticare la duplice conversione indicata dall’art. 7, eventualmente restituendo l’eccedenza finora percepita rispetto a quanto da costui effettivamente dovuto.

PER QUESTI MOTIVI 

Il Collegio dichiara la nullità dell’art. 7 del contratto stipulato tra le parti e accerta che il capitale residuo dovuto dalla parte ricorrente, a titolo di estinzione anticipata, è pari alla differenza tra la somma mutuata e l’ammontare complessivo delle quote capitale già restituite. 

Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario corrisponda alla Banca d’Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla parte ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. 

IL PRESIDENTE

Maurizio Massera

Decisione 16434/2017 del 07.12.2017

La Tribuna di Treviso: “Rubinato: salvare chi ha mutui legati al Franco Svizzero”

Treviso. Un tavolo di conciliazione presso il Mef per tutelare le migliaia di consumatori, numerosi quelli veneti, che si ritrovano “in trappola” dopo aver stipulato per l’acquisto della prima casa un mutuo indicizzato in franchi svizzeri con le banche Woolwich e Barclays. Lo chiede la parlamentare trevigiana Simonetta Rubinato al sottosegretario Pierpaolo Barretta.

Anche se le Camere sono ormai sciolte -  osserva la deputata dem - il Governo Gentiloni continuerà ad operare nei prossimi mesi sino all’insediamento di un nuovo esecutivo e il sottosegretario Barretta, avendo in particolare la delega in materia di banche, può affrontare la situazione di emergenza in cui si trovano - si stima - quasi 10mila famiglie italiane che, inconsapevoli dei rischi assunti a causa della scarsa trasparenza e chiarezza del contratto e della violazione degli obblighi di corretta informazione da parte degli istituti bancari, oggi sono prigioniere di un mutuo che incorpora una sorta di derivato, per cui gli impegni sottoscritti sono diventati gravosissimi, nella maggior parte dei casi ritrovandosi con rate maggiorate anche del 50%”.

Di qui la richiesta del tavolo di conciliazione, che secondo l’onorevole Rubinato dovrebbe essere presieduto dal Ministro dell’Economia o da un suo delegato, al quale dovrebbero partecipare le associazioni dei consumatori, tra cui in particolare Tu.Con.Fin, e quelle di categoria delle banche, oltre ad esperti in materia.

L’onorevole Rubinato aveva presentato, durante l’esame del disegno di Legge di Bilancio 2018, due emendamenti sul tema, oltre ad aver presentato una risoluzione in Commisione Finanze, d’intesa con il Presidente Maurizio Bernardo, con il quale aveva incontrato le rappresentanti dell’Associazione per la tutela dei consumatori finanziari (Tu.Con.Fin).